Rendere effettive le pari opportunità   uomo-donna

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Sono necessari maggiori sforzi e misure per migliorare l’integrazione della dimensione di genere in tutti gli ambiti politici: è quanto afferma il Parlamento europeo che invita la Commissione a monitorare l’applicazione nei Paesi dell’UE della legislazione europea sulle pari opportunità  .
Approvando una relazione sulla materia, infatti, l’Europarlamento chiede di appoggiare le carriere delle donne, colmare il divario salariale uomo-donna, introdurre uno statuto specifico dei coniugi che partecipano ad attività   autonome e promuovere il lavoro a tempo pieno. I deputati europei invitano inoltre a un maggior impegno per proteggere la maternità   e lottare contro gli stereotipi, sollecitando attenzione per le donne immigrate, in modo che siano «consapevoli dei valori e delle leggi europee e delle convenzioni sociali in materia di parità   di genere».
Il Parlamento accoglie con favore il lavoro della Commissione per intensificare le azioni di promozione della parità   tra donne e uomini, come previsto dalla relazione sulla parità   e dalla tabella di marcia per le pari opportunità  , ma individua alcuni punti su cui è necessaria una maggior incisività  . Ad esempio l’importanza della conciliazione tra vita lavorativa, vita privata e vita familiare, che «costituisce uno degli elementi chiave ai fini dell’aumento occupazionale e della riduzione dell’onere dell’invecchiamento demografico». Secondo l’Europarlamento, occorre anche affrontare il «grave deficit democratico» connesso con gli ostacoli alla partecipazione delle donne alla politica e alla loro presenza nei quadri superiori della pubblica amministrazione.
Resta poi inaccettabile il divario salariale tra uomini e donne, che si attesta su una media europea del 15% ma che in alcuni Stati membri dell’UE raggiunge anche il 30%. Gli eurodeputati ritengono che ciಠdimostri come non vi sia stato alcun progresso reale nell’applicazione del principio della parità   di retribuzione per lavoro di pari valore, introdotto 30 anni fa dalla direttiva 75/117/CEE.
Il Parlamento esorta poi gli Stati membri e le parti sociali a far sì che tutte le donne che desiderano lavorare a tempo pieno possano vedersi offrire impieghi corrispondenti invece che lavori a tempo parziale «spesso precari e insicuri». Alla Commissione è perciಠchiesto di presentare nel 2008 una comunicazione che proponga ulteriori misure da adottare a tutti i livelli al fine di introdurre, entro il 2010, un’assistenza all’infanzia per il 90% dei bambini di età   compresa fra i 3 anni e l’età   dell’obbligo scolastico e per almeno il 33% dei bambini di età   inferiore a tre anni.

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