Relazione congiunta sull’occupazione 2015

1101

La Relazione è stata pubblicata a fine novembre, come allegato alla Growth Annual Survey (Analisi annuale della crescita), il documento che apre il “semestre europeo”, individuando gli obiettivi e le politiche che per l’UE e gli Stati membri devono essere prioritari in vista del raggiungimento degli obiettivi della Strategia Europa 2020.

La disoccupazione cala lentamente ma resta a livelli elevati (24,6 milioni di disoccupati nell’UE – 28 nel settembre 2014). È in aumento anche la disoccupazione di lungo corso (passata dal 3,9% al 5,1% tra il 2010 e il 2013) e resta molto alta la disoccupazione dei giovani (21,6% a settembre 2014); resta alto anche il numero dei NEET (Not in Education, Employment or Training), cala invece gradualmente il numero degli abbandoni scolastici e aumentano le presenze nei percorsi di studi successivi all’obbligo.

La Relazione prevede un leggero aumento dell’occupazione, legata alla lieve crescita del PIL prevista, ma non ci sarà quella «netta inversione di tendenza che sarebbe necessaria» per raggiungere l’ambizioso obiettivo di Europa 2020 (75% di occupati nella popolazione di età compresa tra i 20 e il 64 anni).

Per quanto riguarda le Piccole e Medie Imprese (PMI), la Relazione riconosce loro il ruolo di «motore dell’economia reale» ma chiede per i loro problemi «soluzioni adeguate» in materia di servizi finanziari e creazione di occupazione.

Il mercato del lavoro risulta essere ancora fortemente frammentato e segnato da scarsa mobilità della manodopera e difficoltà per le imprese a reperire competenze adeguate, mentre i salari si starebbero «riallineando alla produttività», favorendo così il riequilibrio macroeconomico, anche se la moderazione salariale e la riduzione del costo salariale unitario non ha determinato, se non in maniera lenta e incompleta, una riduzione dei prezzi. Il cuneo fiscale resta elevato in tutti i Paesi e quasi per tutti la lotta al lavoro nero resta una sfida prioritaria.

L’evoluzione del reddito disponibile per le famiglie fa registrare scarti importanti e divergenze crescenti tra gli Stati membri, in aumento anche il tasso di rischio povertà ed esclusione sociale, in particolare tra i minori la cui situazione continua a deteriorarsi dal 2008 a causa delle difficoltà occupazionali delle famiglie.

Una parte della Relazione è dedicata alle riforme varate dagli Stati membri che, ad esempio, hanno determinato un lieve aumento del tasso di attività della popolazione. «È però necessario adottare misure specifiche per reintegrare i disoccupati di lungo corso nel mercato del lavoro e ridurre la segmentazione del mercato del lavoro». Anche se la Relazione segnala positivamente gli sforzi compiuti in fatto di riforme fiscali e implementazione della Garanzia giovani (Youth Guarantee), sono tuttavia richiesti «sforzi supplementari» per quanto riguarda i servizi pubblici per l’impiego, le politiche attive per il lavoro, la formazione professionale e l’efficacia / efficienza dei sistemi di protezione sociale.

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here