Nel 2009 l’UE ha destinato il 9% (12 miliardi di euro) del suo budget totale (143 miliardi di euro) per la cooperazione esterna di cui hanno beneficiato più di 140 Paesi in via di sviluppo. àˆ quanto rileva il Rapporto annuale 2010 sulle politiche dell’Unione in materia di sviluppo e aiuti esterni, presentato dalla Commissione Europea.
Più di 2 miliardi di euro sono stati destinati ai Paesi europei (Europa orientale e Paesi di pre-adesione), 618 milioni all’Africa del nord, 3,9 miliardi all’Africa subsahariana, 669 milioni al Medio Oriente, 1,4 miliardi all’Asia del Sud, Asia centrale e Estremo Oriente, 899 milioni all’America Latina e 89 milioni all’Oceania.
Si stima che tra i 40 milioni e gli 80 milioni di persone nei Paesi in via di sviluppo siano precipitate in una situazione di estrema povertà a seguito della crisi economica, alimentare e finanziaria del 2009. Il Rapporto spiega il ruolo giocato dalla Commissione per aiutare questi Paesi a far fronte alla crisi e descrive una serie di misure puntuali e coordinate che la Commissione ha attivato in questi ambiti:
– Sicurezza alimentare: l’UE ha destinato 1 miliardo di euro nel 2008, (di cui 837 milioni alla fine del 2009), per dare una risposta rapida e efficace all’insicurezza alimentare;
– “Vulnerabilità FLEX”: sono stati impegnati 236 milioni di euro attraverso il meccanismo “V Flex ” per aiutare 11 Paesi africani, 3 dei Caraibi, uno del Pacifico a ridurre il deficit del loro bilancio interno del 2009;
– Cambiamenti climatici: l’Alleanza mondiale per la lotta contro i cambiamenti climatici ha ricevuto 35 milioni di euro per sostenere i Paesi più vulnerabili dal punto di vista climatico, in particolare quelli meno avanzati e i piccoli Stati insulari in via di sviluppo. Altri 2,4 miliardi di euro sono stati destinati per il periodo 2010-2012 per aiutare i Paesi in via di sviluppo ad adattarsi ai cambiamenti climatici e a adottare strategie a bassa emissione di carbonio.
L’UE si è impegnata a fare da catalizzatore e coordinatore in materia di aiuti e ad incoraggiare le sinergie tra gli Stati; per dimostrare risultati concreti e misurabili, con l’obiettivo di implementare il programma d’azione Accra per l’efficacia degli aiuti, la Commissione si è concentrata su un utilizzo sempre maggiore dei sistemi nazionali come strumento principale per canalizzare gli aiuti bilaterali; sull’implementazione della divisione del lavoro tra i donatori per diminuire la frammentazione degli aiuti; su un miglioramento della cooperazione a livello tecnico.
Andris Piebalgs, commissario europeo responsabile per lo Sviluppo ha commentato:«La Commissione ha agito rapidamente per affrontare i problemi causati dalla crisi del 2008-2009 e per rispondere ai bisogni dei Paesi più vulnerabili. Ha dimostrato la sua capacità di innovare e adattare i propri strumenti per massimizzare l’impatto del suo sostegno. Ciಠha permesso, spero, di fare la differenza nella vita quotidiana delle persone».