Raccomandazioni per l’integrazione delle minoranze etniche

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Un gruppo di esperti, composto da rappresentanti di organizzazioni internazionali, non governative e di organismi attivi nel campo delle pari opportunità  , ha presentato alla Commissione europea un Rapporto contenente alcune raccomandazioni per l’integrazione sociale e lavorativa delle minoranze etniche.
Secondo il Rapporto, soltanto politiche in grado di unire un approccio pragmatico ad un’attenzione per i valori sanciti dai diritti umani possono offrire soluzioni sostenibili, che affrontino allo stesso tempo le questioni della non discriminazione, delle pari opportunità   e della gestione della diversità  .
Alcuni esempi di buone pratiche sviluppate negli Stati membri illustrano le possibilità   di azione. Ad esempio, programmi mirati finanziati dal Fondo sociale europeo come Acceder in Spagna sono riusciti ad accrescere l’occupabilità   e il tasso di occupazione dei rom. La polizia di Londra applica un sistema che permette, a parità   di titoli, di selezionare candidati appartenenti a minoranze etniche. Svezia e Paesi Bassi riconoscono le qualifiche acquisite al di fuori dei sistemi nazionali. Particolarmente efficaci sono poi considerate le strategie a favore della diversità   adottate dalle imprese per quanto concerne l’assunzione e lo sviluppo professionale del personale e la politica nei confronti dei fornitori. Un’altra possibilità   è quella di promuovere il lavoro autonomo, attraverso piccole imprese costituite dagli stessi appartenenti alle minoranze etniche e finanziate attraverso il microcredito.
Sono otto le raccomandazioni principali indicate dal Rapporto:
1) fare dell’integrazione dei membri delle minoranze etniche nella società  , e in particolare nel mercato del lavoro, una priorità   politica;
2) tenere conto sistematicamente e a tutti i livelli delle questioni relative alle pari opportunità   e all’uguaglianza uomo-donna;
3) individuare e cercare di rimuovere gli ostacoli specifici all’integrazione sociale delle minoranze etniche;
4) realizzare una politica sostenibile e a lungo termine per promuovere mercati del lavoro inclusivi, secondo un approccio mirato ma non basato sulla differenziazione etnica;
5) coinvolgere tutti gli attori interessati, valorizzando il contributo offerto alla società   dai membri delle minoranze etniche;
6) stanziare le risorse necessarie;
7) favorire l’apprendimento reciproco mettendo in evidenza le buone pratiche, sviluppando le conoscenze e rafforzando gli strumenti di analisi;
8) concentrare l’attenzione sull’attuazione di politiche volte a migliorare la situazione dei rom sotto quattro profili: istruzione, occupazione, casa e salute.
Sono individuati inoltre 14 «grandi ostacoli» all’integrazione delle minoranze etniche nel mercato del lavoro: mancanza di qualifiche, mancato riconoscimento delle qualifiche da parte degli Stati membri dell’UE, mancato accesso all’istruzione e alla formazione, ostacoli burocratici, disincentivi derivanti dai sistemi di previdenza e assistenza sociale e – cosa più importante – stereotipi, pregiudizi e discriminazioni. Senza un intervento concreto, si legge nel Rapporto, questi ostacoli tendono a dar vita a circoli viziosi che si rafforzano di generazione in generazione.

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