Proposta una direttiva antidiscriminazioni

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Nell’ambito dell’Agenda sociale rinnovata la Commissione europea ha presentato una proposta di direttiva «orizzontale» per la tutela dalle discriminazioni al di fuori degli ambiti di lavoro basate sull’età  , l’handicap, le tendenze sessuali, la religione e le convinzioni personali.
La proposta intende assicurare la parità   di trattamento negli ambiti della protezione sociale, compresa la sicurezza sociale e l’assistenza sanitaria, l’istruzione, l’accesso e la fornitura di beni e servizi commercialmente disponibili al pubblico, compresi gli alloggi.
«Il diritto a un trattamento equo è fondamentale, ma milioni di persone nell’UE continuano a scontrarsi contro la discriminazione nella vita quotidiana» ha dichiarato il commissario europeo per l’Occupazione e gli Affari Sociali, Vladimà ­r àƒâ€¦à‚ pidla, osservando come attualmente nell’UE si registrano diseguaglianze nella stessa legislazione comunitaria, poichà© i cittadini sono protetti dalla discriminazione fuori dal posto di lavoro solo nei casi di discriminazioni fondate su sesso, razza o origine etnica. «Le misure che proponiamo – ha sottolineato àƒâ€¦à‚ pidla – sono proporzionate e ragionevoli; assicurano la certezza del diritto per le imprese e gli utilizzatori di beni e servizi rispettando nel contempo le esigenze specifiche dei diversi settori nonchà© le diverse tradizioni nazionali».
Le normativa proposta vieterà   la discriminazione diretta e indiretta nonchà© le molestie e la vittimizzazione. Per le persone diversamente abili, ad esempio, la non discriminazione comporterà   un principio di accessibilità   generale nonchà© di «sistemazione ragionevole» già   presente nella normativa europea esistente. Gli Stati membri rimarranno invece liberi di mantenere misure atte ad assicurare la laicità   dello Stato o per quanto concerne lo status e le attività   delle organizzazioni religiose. La direttiva non avrà   inoltre effetti su prassi quali ad esempio gli sconti per i cittadini anziani o limitazioni d’età   per l’accesso a certi beni per ragioni di salute pubblica. Per assicurare l’efficacia delle misure proposte, gli organismi nazionali preposti alla parità   forniranno consulenze alle vittime di discriminazione mentre le organizzazioni della società   civile potranno a loro volta aiutare le vittime ad espletare le procedure giudiziarie e amministrative.
L’iniziativa della Commissione è completata da una comunicazione sulla non discriminazione e le pari opportunità  , che delinea ambiti chiave in cui occorre realizzare ulteriori progressi a livello europeo e nazionale come ad esempio la lotta contro la discriminazione multipla, le azioni di sensibilizzazione, l’inserimento della tematica antidiscriminatoria in tutte le altre politiche, l’azione positiva e la raccolta di dati. àˆ inoltre annunciata la creazione di un nuovo gruppo di esperti governativi finalizzato a rafforzare il dialogo tra gli Stati membri in materia di politiche antidiscriminatorie. Da un sondaggio Eurobarometro, pubblicato insieme alla proposta di direttiva e alla comunicazione, emerge una percezione di persistenti discriminazioni tra i cittadini europei basate sugli orientamenti sessuali (51%), sull’handicap (45%), sull’età   e sul credo religioso (42% entrambe), mentre circa la metà   dei cittadini interpellati ritiene che non si faccia abbastanza per contrastare le discriminazioni.

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