Prolungamento di due anni dell’assistenza militare all’Ucraina

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Due anni fa, più precisamente il 17 ottobre 2022, una decisione del Consiglio istituì l’EUMAM Ucraina (European Union Military Assistance Mission Ukraine) con la collaborazione del Servizio Europeo per l’Azione Esterna (SEAE). La missione, che inizialmente aveva un mandato prefissato di due anni, ha l’obiettivo di incrementare la capacità militare delle forze armate ucraine di rigenerarsi e condurre efficacemente operazioni, per consentire all’Ucraina di difendere la propria integrità territoriale entro i suoi confini riconosciuti a livello internazionale.

Ad oggi, lo strumento (finanziato a titolo dello strumento europeo per la pace), attraverso la fornitura alle forze armate ucraine di attrezzature letali e non e di conoscenze e competenze in ambito militare, ha aiutato l’Ucraina a formare 63 mila soldati delle forze armate ucraine, con il proposito di metterne a disposizione altri 15 mila entro la fine dell’inverno. Inoltre, come recentemente pattuito dagli impegni congiunti in materia di sicurezza firmati dall’UE e dall’Ucraina lo scorso giugno, la fornitura di formazione militare all’Ucraina rappresenta un elemento fondamentale della collaborazione.

Alla luce dei risultati ottenuti e visto che il conflitto non sembra voler volgere al termine, il Consiglio dell’Unione Europea ha adottato una decisione che proroga il mandato dell’EUMAM Ucraina fino al 15 novembre 2026, con una dotazione di bilancio di quasi 409 milioni di euro. In questo periodo, lo strumento coopererà con la NATO, in particolare con il comando NATO Assistenza e formazione in materia di sicurezza per l’Ucraina (NSATU), e procederà allo scambio di informazioni con quest’ultimo in modo trasparente, reciproco e inclusivo. Inoltre, i futuri obiettivi di formazione dell’EUMAM Ucraina saranno costantemente adeguati in termini di numeri di soldati da formare e competenze, in funzione delle esigenze di combattimento espresse dall’Ucraina e di concerto con i partner.

Più informazioni: il comunicato del Consiglio dell’UE

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