Politica di coesione efficace contro la crisi

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Secondo una Relazione pubblicata dalla Commissione Europea, la politica di coesione dell’UE sta rivestendo un ruolo importante nell’affrontare la crisi economica e, proprio per questo, deve essere accelerata la sua applicazione in alcuni settori.
Secondo la Relazione, le riforme approvate nel corso del 2008 e del 2009 hanno favorito il ricorso ai Fondi strutturali dell’UE, con oltre il 27% dei fondi disponibili per il periodo 2007-2013 (93 miliardi di euro) già   stanziati per progetti specifici. La maggior parte delle misure sono state attuate rapidamente da parte degli Stati membri e hanno prodotto «effetti importanti in tempi brevi per affrontare la crisi» sottolinea la Commissione.
Ad esempio, alcune misure hanno fornito una risposta alle crescenti richieste di finanziamento, mettendo a disposizione risorse aggiuntive e accelerando l’effettiva adozione dei Fondi strutturali per mezzo di anticipi, pagamenti intermedi per i grandi progetti, la consegna anticipata, un quadro di riferimento temporaneo per gli aiuti di Stato e la proroga del termine di ammissibilità   delle spese 2000-2006. Altre misure hanno contribuito a ottenere l’accesso delle piccole e medie imprese ai finanziamenti e promosso misure attive del mercato del lavoro, destinate ai gruppi più colpiti dalla crisi, e altre ancora hanno offerto flessibilità   in materia di ammissibilità   della spesa per investimenti di efficienza energetica ed esteso il campo di applicazione del cofinanziamento a nuovi tipi di progetti.
In generale, rileva la Relazione, gli Stati membri dell’UE stanno compiendo progressi sulla realizzazione degli obiettivi di coesione: la maggior parte delle risorse della politica di coesione (circa 230 miliardi di euro) sono state destinate a investimenti nei settori chiave della crescita e dell’occupazione, mentre la consegna delle strategie concordate avviene «a un buon ritmo».
Nonostante le differenze nella scelta delle misure a livello nazionale, i Rapporti strategici mostrano che tutte le misure sono state utilizzate, anche se in diverse combinazioni. «Ciಠconferma come il piano di ripresa è stato accolto dagli Stati membri. Nel complesso, tali misure sono state viste come un passo positivo che ha fornito i mezzi necessari per accelerare gli investimenti per la politica regionale e superare gli ostacoli di attuazione» osserva la Relazione, sottolineando come le misure siano state sufficientemente flessibili per consentire agli Stati membri di scegliere e applicare le più adeguate al proprio ambiente specifico nazionale e regionale in considerazione del fatto che «non vi è un’unica soluzione».
Anche se adottate in circostanze eccezionali, aggiunge la Commissione, alcune di queste misure di semplificazione sono state progettate non solo per reagire alla crisi, ma anche al fine di mettere in atto un quadro opportuno per il periodo di programmazione europea che seguirà   la crisi. «Le misure introdotte hanno anche costituito una risposta alla richiesta generale di una semplificazione complessiva della gestione dei Fondi strutturali e di coesione. Esse dovrebbero quindi servire da esempio per una maggiore semplificazione sia a livello di UE che a livello nazionale e regionale».
La Relazione sottolinea poi la necessità   di velocizzare l’attuazione del progetto di riforma in alcuni settori ancora in ritardo, quali quello ferroviario, energetico e ambientale, dell’economia digitale e dell’inclusione sociale.

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