Il Consiglio UE Occupazione e Affari sociali del 14 ottobre scorso ha adottato la direttiva sul lavoro mediante piattaforme digitali. I protagonisti sono i lavoratori delle piattaforme digitali, piú di 28 milioni di persone in tutta l’Unione Europea.
Di che piattaforme parliamo? Consegne, taxisti, servizi di trasloco, di pulizia, ritiro della spesa, lavori manuali, contabilitá, assistenza sanitaria, attivitá freelance e la lista è ancora lunga. L’accelerazione della digitalizzazione ha infatti generato un grande incremento di lavoratori in questo ambito, molti dei quali si trovano in situazioni di precarietà e mancanza di tutele. Il numero previsto per questa parte della forza lavoro, nel 2025, è di ben 43 milioni.
Regolare e migliorare le loro condizioni di lavoro è quindi un obbligo. In un contesto in cui il lavoro digitale sta prendendo sempre più piede, è necessario adottare misure che assicurino una crescita sostenibile del settore, salvaguardando i diritti di chi ne fa parte.
Tra gli obiettivi fondamentali della nuova direttiva c’è attenzionare la classificazione della situazione occupazionale dei singoli lavoratori: la maggioranza viene classificata come lavoratore autonomo, escludendoli quindi dall’accesso ai diritti e le tutele dei lavoratori dipendenti. Si stima che, tra i 26 milioni di lavoratori autonomi, almeno il 19% dovrebbe invece rientrare nella categoria dei dipendenti. Circa 5 milioni di lavoratori che non ricevono le tutele e i diritti del loro reale status occupazionale.
La nuove norme, che entreranno in vigore dopo la pubblicazione della direttiva sulla Gazzetta ufficiale dell’UE, comprendono anche l’agevolazione dell’accesso ai diritti in materia di lavoro, protezione sociale, maggiore protezione sui dati e trasparenza sugli algoritmi utilizzati per la gestione delle risorse umane. Inoltre verrà garantita la supervisione umana sulle decisioni prese dagli algoritmi e la possibilità di sanzioni, ispezioni e multe per le piattaforme che non garantiscono i diritti ai lavoratori.
Dopo la firma e i negoziati con il Parlamento, l’accordo provvisorio è stato raggiunto a febbraio del 2024 e adottato il 14 ottobre 2024. Da adesso, gli Stati membri hanno due anni di tempo per incorporare le nuove disposizioni europee nel loro diritto nazionale.
Per approfondire:
Platform workers: Council adopts new rules to improve their working conditions – European Council