«La produzione fa registrare il declino più forte delle ultime decadi» mentre «la fiducia delle imprese è crollata al livelli più bassi dal 1985», scrive la Commissione europea in un documento presentato all’Ecofin e in cui stima che in quattro mesi si siano persi 130.000 posti di lavoro nell’UE.
In un anno, dal novembre 2007 al novembre 2008, i settori dell’industria e dell’edilizia hanno fatto registrare complessivamente perdite sul fronte della produzione per 150 miliardi di euro, crisi che si è poi ulteriormente acuita tra la fine del 2008 e l’inizio del 2009. Naturalmente questo calo della produzione si è riflesso sull’occupazione, così che dall’inizio dell’ottobre 2008 alla fine di gennaio 2009 «le riduzioni di posti di lavoro pianificate sono aumentate significativamente a 158.000 unità , mentre la creazione di nuovi posti di lavoro è caduta a 25.000 unità » scrive la Commissione, sottolineando quindi «una perdita netta di 130.000 posti di lavoro». Un dato «molto preoccupante» secondo l’analisi dell’esecutivo europeo, perchà© nel terzo trimestre 2008 il saldo tra posti persi e posti creati era leggermente positivo, mentre è atteso un peggioramento della crisi almeno fino alla metà del 2009. In molti settori produttivi, poi, le imprese in questo momento di fronte alla crisi sono propense «a favorire soprattutto contratti a breve termine o la chiusura temporanea delle fabbriche per tentare di trattenere gli operai più specializzati» rileva la Commissione europea.
Una crisi ad ampio raggio, che ha già causato un calo di produzione e occupazione nei settori meccanico, chimico, farmaceutico, alimentare, tessile, siderurgico, cantieristico e aeronautico, ma che risulta essere «particolarmente grave e drammatica» nel settore automobilistico, sottolinea la Commissione, con una previsione 2009 peggiore dell’anno precedente (crollo delle immatricolazioni stimato tra il 12% e il 18%) e una «potenziale ripresa solo nel 2010 e nel 2011».
Inoltre, la contrazione della produzione nel settore automobilistico «ha più che in altri settori un immediato effetto negativo anche sull’occupazione nelle aziende fornitrici» osserva la Commissione, secondo cui gli stabilimenti automobilistici «rischiano di chiudere» in molti Stati membri, ma anche le aziende dell’indotto sono in pericolo perchà© «una su dieci rischia il fallimento» nei prossimi mesi. Tra le varie responsabilità della crisi nel settore auto e nell’indotto la Commissione individua anche la «persistente stretta creditizia» che colpisce le industrie e imprese del settore auto, soprattutto rispetto al credito di lungo termine, mentre è certamente rilevante la crisi del credito al consumo, che rappresenta tra il 60% e l’80% degli acquisti di nuove auto.
Intanto, mentre Francia e Germania annunciano di avere allo studio congiuntamente un’iniziativa europea straordinaria contro la crisi, la presidenza di turno ceca dell’UE sta prendendo in considerazione l’idea di tenere un Consiglio europeo informale, che dovrebbe preparare un’azione efficace anti-crisi in vista del Consiglio di primavera previsto per metà marzo.