Parlamento europeo: il resoconto della seconda plenaria di novembre

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Si è da poco conclusa a Strasburgo la seconda plenaria di novembre del Parlamento europeo.

Tra i principali provvedimenti adottati, spicca, senza dubbio, il via libera definitivo al bilancio UE 2023: una dotazione complessiva da 186,6 miliardi di euro in impegni di spesa e 168,7 miliardi in pagamenti, sulla cui articolazione si rimanda alla scheda pubblicata a cura di Leonardo Ghibaudo

Sempre sul versante delle risorse, si registrano novità dal lato delle “entrate”: il Parlamento ha infatti approvato l’emendamento di legge che disciplinerà le nuove “risorse proprie” dell’UE, necessarie per far fronte al rimborso del debito comune contratto per finanziare gli investimenti e le riforme di Next Generation EU; come previsto, le nuove entrate proverranno dal sistema di scambio delle quote di emissioni (ETS), dal meccanismo di adeguamento del carbonio alla frontiera UE (CBAM) e dai profitti ridistribuiti dalle multinazionali secondo l’accordo raggiunto in sede OCSE/G20. 

Dovrebbero essere “congelati”, invece, secondo il Parlamento europeo, i finanziamenti destinati all’Ungheria: i parlamentari hanno infatti esortato Commissione e Consiglio a non cedere ai ricatti del governo ungherese che sta abusando del diritto di veto in Consiglio per mettere pressione agli altri governi e alle Istituzioni UE e non ha fatto passi sufficienti per porre rimedio alle violazioni dello stato di diritto. 

Per quanto riguarda il conflitto in Ucraina, il Parlamento ha approvato un pacchetto di prestiti del valore di 18 miliardi di euro che consentirà al Paese invaso  di continuare ad erogare i servizi essenziali – scuola, sanità, accoglienza degli sfollati, etc.; parallelamente, ha approvato l’accordo raggiunto con il Consiglio per considerare non-accettabili i passaporti emanati dalla Russia nelle regioni occupate dell’Ucraina e della Georgia. Inoltre, ha approvato una risoluzione nella quale si dichiara che la Russia è da considerarsi Paese “sponsor del terrorismo” a causa delle atrocità commesse contro i civili e della sistematica distruzione delle infrastrutture commessa dalle forze russe e dai mercenari che le affiancano. 

Per quanto concerne la politica interna, il Parlamento europeo ha approvato nuove misure volte a rafforzare il livello di protezione di quelle infrastrutture ritenute “critiche” – tra le quali rientrano quelle digitali, idriche, sanitarie – imponendo ai Paesi membri l’adozione di strategie nazionali di “resilienza” e rafforzando la comunicazione transfrontaliera. 

Sul versante della promozione della parità di genere, il Parlamento ha approvato nuove norme rivolte alle aziende con più di 250 dipendenti con l’obiettivo di far si che, entro il giugno 2026, il 40% dei posti di amministratore senza incarichi esecutivi e il 33% di tutti i posti di amministratore sia occupata dal sesso sottorappresentato; le società quotate dovranno inoltre fornire rapporti annuali sulla rappresentanza di genere nei consigli di amministrazione e, in caso di mancato raggiungimento degli obiettivi, saranno tenute ad indicare gli strumenti dei quali intendono avvalersi per conseguirli.

Il Parlamento europeo si è altresì recentemente pronunciato in merito ai Mondiali di Calcio in Qatar: in una risoluzione sul tema, ha denunciato la dilagante corruzione all’interno della FIFA chiedendo a questa e al governo qatariota di risarcire le famiglie delle migliaia di lavoratori migranti deceduti nella costruzione delle infrastrutture necessarie allo svolgimento della competizione. 

Per finire, sul versante della politica estera, il Parlamento europeo ha adottato tre differenti risoluzioni di condanna nei confronti delle gravi violazioni dei diritti umani attualmente in corso in Afghanistan, Bielorussia e Repubblica Democratica del Congo.

La prossima plenaria avrà luogo dal 12 al 15 dicembre a Bruxelles.

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