Parità e trasparenza salariale: la proposta della Commissione

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La Commissione Europea ha presentato una proposta sulla trasparenza salariale con l’obiettivo di una pari retribuzione per uno stesso lavoro a donne e uomini. Le nuove misure sono state presentate a seguito dell’enorme impatto che la pandemia da Covid-19 ha avuto sul mondo del lavoro, in particolare sulle donne e le piccole e medie imprese. L’obiettivo è una maggiore sensibilizzazione alle condizioni salariali e un maggiore accesso da parte dei datori di lavoro e dei lavoratori a strumenti per affrontare la discriminazione retributiva sul lavoro.

La proposta legislativa si concentra su due elementi fondamentali della parità retributiva: la trasparenza salariale e un migliore accesso alla giustizia per le vittime di discriminazioni. Per quanto riguarda il primo punto si propongono le seguenti misure:

  • Trasparenza retributiva per le persone in cerca di lavoro: sarà necessario che i datori di lavoro forniscano corrette informazioni sul livello retributivo iniziale, mentre non potranno chiedere ai candidati informazioni sulle retribuzioni precedenti
  • Diritto all’informazione dei lavoratori dipendenti: i lavoratori hanno il diritto di chiedere informazioni riguardo al loro livello di retribuzione al loro datore di lavoro
  • Relazioni sul divario retributivo di genere: le aziende con almeno 250 dipendenti devono rendere pubbliche le informazioni sul divario retributivo tra lavoratrici e lavoratori e fornirne spiegazioni in merito
  • Valutazione congiunta delle retribuzioni: se il divario retributivo di genere è di almeno del 5% e se il datore di lavoro non è in grado di giustificarlo, esso dovrà effettuare una valutazione delle retribuzioni.

Il secondo punto invece prevede proposte riguardo a:

  • Indennizzi per i lavoratori che hanno subito discriminazioni retributive di genere
  • Dovere del datore di lavoro nel dimostrare che non vi è stata discriminazione
  • Sanzioni specifiche introdotte dagli Stati Membri sulle violazioni della norma
  • Azioni in procedimenti giudiziari e amministrativi da parte degli organismi per la parità e i rappresentanti dei lavoratori, conducendo azioni collettive sulla parità di retribuzione.

Questa proposta dovrà passare al vaglio del Parlamento Europeo e del Consiglio dell’UE, dopodiché gli Stati Membri avranno due anni di tempo per inserire la direttiva nel diritto nazionale.

Per saperne di più: il comunicato della Commissione

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