Risorse idriche: richieste misure comunitarie più incisive

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Il 22 marzo, Giornata mondiale dell’acqua, è stata pubblicata l’indagine Eurobarometro sugli atteggiamenti degli europei nei confronti delle risorse idriche. Dalla ricerca, condotta nei primi giorni di marzo su 25.524 cittadini di diverse fasce sociali e demografiche dei 27 Stati membri, emerge che tre europei su quattro (il 73%) richiedono misure più incisive da parte dell’UE per ridurre i problemi connessi alle risorse idriche. La maggioranza dei cittadini, inoltre ritiene questi problemi vadano affrontati a livello comunitario dall’Unione.

Il 61% degli intervistati ritiene di non fare abbastanza per proteggere le risorse idriche, ma anche che siano necessari più sforzi da parte dell’industria (65%), dell’agricoltura (51%) e a livello della produzione di energia (47%).

Il 62% ritiene di non essere abbastanza informato sulle ripercussioni ambientali dell’uso dell’acqua e secondo il 67% la sensibilizzazione del pubblico è il mezzo più efficace per ridurre i problemi connessi al suo scorretto utilizzo.

Un’ampia maggioranza degli intervistati (il 68%), ritiene gravi i problemi connessi all’acqua: le criticità maggiormente percepite riguardano la siccità le inondazioni e l’inquinamento chimico.

I cittadini sono preoccupati per la quantità e la qualità dell’”oro blu”: nei paesi del Mediterraneo è molto sentito il problema della siccità, mentre il 44% degli intervistati ritiene che la qualità dell’acqua si sia deteriorata negli ultimi dieci anni.

A preoccupare la maggioranza degli intervistati (84%), è l’inquinamento da agenti chimici, seguito dai cambiamenti climatici (55%) e dai cambiamenti negli ecosistemi idrici (49%).

Nonostante piccole iniziative individuali per risparmiare e tutelare questo bene prezioso, ad esempio limitandone il consumo o usando meno prodotti chimici nei giardini di casa, il 61% ritiene di non fare abbastanza per proteggerlo realmente.

Gli europei chiedono anche multe più salate per chi inquina, una politica dei prezzi più equa. La maggioranza è a favore di un prezzo dell’acqua calcolato in base al consumo volumetrico ed è d’accordo con l’idea di far aumentare i prezzi parallelamente all’aumento dell’impatto ambientale.

Tutti questi temi saranno presi in considerazione nel “Piano per la salvaguardia delle risorse idriche europee” che la Commissione europea prevede di presentare nel novembre 2012. Il Piano — che si baserà su un’analisi comprensiva di una modellazione economica e climatica nel periodo da ora al 2050 — individuerà le lacune attuali e le priorità future e proporrà misure per guidare i futuri sviluppi della politica in materia di acque fino al 2020.

Sempre in questi giorni, la Commissione ha invitato l’Italia a recepire correttamente la normativa in materia di acque conformandosi così alla legislazione sulla protezione delle acque. Ora la direttiva quadro sulle acque nel diritto nazionale italiano è per diversi aspetti lacunosa: essa costituisce la base per la gestione e la protezione delle acque europee imponendo agli Stati membri di creare e mantenere “piani di gestione” indicanti le modalità precise per conseguire gli obiettivi ecologici, quantitativi e chimici fissati per i bacini idrografici.

Qualora l’Italia non risponda, in maniera soddisfacente, entro due mesi al parere motivato inviato dal commissario per l’Ambiente, Janez Potočnik, la Commissione può adire la Corte di giustizia dell’Unione Europea.

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