Opportunità   e rischi dei biocarburanti

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Mentre il prezzo del petrolio raggiungeva quote record, presso il Parlamento Europeo si è discusso di biocarburanti: se costituiscono effettivamente un’alternativa a quelli fossili possono perಠmettere a rischio l’ecosistema e l’approvvigionamento alimentare di molte popolazioni.
I biofuel si ricavano dalle materie biologiche che contengono amido, zucchero o grasso/olio. Oggi il biofuel cosiddetto di “prima generazione” deriva principalmente da piante come il mais, la soia, i semi di rapa, la canna da zucchero o la palma, tutti alimenti commestibili. Quello di “seconda generazione”, più legato agli sviluppi del progresso tecnologico, puಠinvece essere ricavato dai rifiuti.
Gli effetti positivi sono facilmente intuibili: riduzione drastica della dipendenza europea dal petrolio e diminuzione degli effetti sul riscaldamento del pianeta grazie al rilascio durante la combustione del CO2 in precedenza assorbito, con bilancio zero.
La produzione dei carburanti biofuel richiede perಠmolta energia e dunque ulteriori emissioni di gas a effetto serra. L’uso intensivo di ampie superfici come le foreste tropicali, oltre a generare un impatto negativo sull’ecosistema, sulla biodiverstità   e sulle scorte alimentari, provoca infatti il rilascio di grandi quantitativi di CO2. Inoltre, i biofuel possono influire negativamente sull’aumento dei prezzi dell’alimentare e contribuire all’impoverimento delle risorse naturali in varie regioni mondiali.
Il dibattito europeo sui costi/benefici dei biocarburanti è aperto, mentre la discussione giungerà   nell’aula europarlamentare quando terminerà   il negoziato in corso tra Parlamento e Consiglio sulla direttiva per la qualità   dei carburanti.

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