Mercoledì 6 gennaio il commissario UE all’Immigrazione, Dimitris Avramopoulos, ha convocato un vertice straordinario con Danimarca, Svezia e Germania per affrontare la delicata situazione posta dalle scelte di questi Paesi, cercando di verificare l’effettivo flusso di migranti – se così cospicuo da comportare l’applicazione di misure restrittive della libertà di circolazione- e della proporzionalità e congruità delle stesse. Infatti il 4 gennaio in Svezia è entrata in vigore a pieno regime una legge, approvata a fine dicembre, che prevede l’aumento dei controlli sull’identità dei passeggeri di bus e treni che, soprattutto, transitano sul ponte di Oresund. Questo è infatti il collegamento per eccellenza tra Danimarca e Svezia e mezzo preferito dai migranti che giungono, appunto, dal Continente. Così, la Danimarca, influenzata dalle politiche del Paese collegato, ha deciso di adottare anch’essa misure restrittive ai confini con la Germania.
L’allarme per la sospensione dell’Accordo di Schengen è stata la motivazione principe della urgente convocazione del Vertice Germania-Danimarca-Svezia, dal quale però non ne sono derivate conseguenze risolutive della questione, quanto, piuttosto, la comunicazione all’opinione pubblica che queste misure saranno solo provvisorie.