àˆ entrato in vigore l’Accordo commerciale transitorio fra Serbia e Unione Europea, il cui obiettivo è la creazione di una zona di libero scambio entro i prossimi sei anni e che dovrebbe aprire la strada al più ampio Accordo di associazione e stabilizzazione (ASA) con l’UE.
La decisione dell’UE è giunta in seguito al positivo Rapporto presentato dal procuratore capo del Tribunale penale dell’Aia per i crimini nella ex Jugoslavia (TPI), Serge Brammertz, in cui si constatano progressi nella collaborazione della Serbia con il TPI per la cattura degli ultimi due criminali di guerra serbi ancora latitanti, l’ex capo militare dei serbi di Bosnia Ratko Mladic e l’ex capo politico dei serbi di Croazia Goran Hadzic.
L’Accordo commerciale transitorio dovrebbe fare della Serbia un partner più affidabile e quindi più idoneo ad attrarre investimenti esteri, avvicinando sempre più il Paese balcanico al’UE.
Anche perchà©, secondo quanto affermato dal ministro degli Esteri spagnolo Miguel Angel Moratinos a nome della presidenza di turno dell’UE, «il 2010 sarà un anno chiave per il futuro dei Balcani occidentali: la presidenza di turno spagnola dell’UE, la Commissione Europea e l’Alto rappresentante per la Politica Estera europea lavoreranno per far avanzare la regione nel percorso di integrazione europea». Moratinos, che ha confermato l’intenzione spagnola di organizzare un Summit di alto livello a Sarajevo alla fine di maggio e ha sottolineato i progressi compiuti dalla regione negli ultimi dieci anni nonchà© l’importanza della sua stabilità per l’UE, ha aggiunto: «Durante la presidenza spagnola finalizzeremo i negoziati con la Croazia e tenteremo di risolvere la questione del nome della Macedonia. Poi ci sono le questioni delle candidature di Albania, Montenegro e Serbia».
Naturalmente resta da definire la delicata questione dello status del Kosovo. Il governo di Belgrado ha reso noto che la Serbia «è pronta a parlare di tutto in modo pragmatico e costruttivo, ma non è disposta in alcun modo a discutere dell’abolizione delle istituzioni serbe, che servono a garantire la difesa e la sicurezza della popolazione serba in Kosovo, non solo nel nord, ma anche nell’area a sud del fiume Ibar». In un incontro a margine dell’ultimo Consiglio Esteri dell’UE, perà², il ministro degli Esteri serbo, Vuk Jeremic, ha dichiarato che «l’intera regione dei Balcani occidentali deve avere un futuro europeo, nessuno dovrebbe essere lasciato indietro», mentre per quanto riguarda il Kosovo ha aggiunto che «la Serbia spera venga trovata una soluzione di compromesso per tutti e lavora per questo».