L’UE vara il piano straordinario anti-crisi

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«Questo periodo eccezionale richiede misure eccezionali. Sono in gioco i posti di lavoro e il benessere dei nostri cittadini. L’Europa deve estendere all’economia reale il suo coordinamento senza precedenti sui mercati finanziari». Con queste parole il presidente della Commissione europea, Josà© Manuel Barroso, ha presentato il piano anti-crisi dell’UE.
Un piano «audace, strategico e sostenibile», secondo la Commissione europea, che comprende un incentivo finanziario coordinato pari a circa 200 miliardi di euro o all’1,5% del PIL, con circa 170 miliardi di euro (1,2% del PIL) a livello degli Stati membri, mediante azioni nel quadro dei loro bilanci, e circa 30 miliardi di euro (0,3% del PIL) a livello dell’UE, mediante azioni nel quadro del bilancio dell’UE e della Banca europea per gli investimenti.
La Commissione propone poi di semplificare i criteri applicati al sostegno del Fondo sociale europeo, riprogrammare la spesa e incrementare i pagamenti degli anticipi dall’inizio del 2009, in modo che gli Stati membri possano avere rapidamente accesso a un importo fino a 1,8 miliardi di euro per rafforzare le politiche attive per il mercato del lavoro, riorientare il sostegno verso le categorie più vulnerabili, intensificare le azioni volte a migliorare le competenze e, ove necessario, optare per un finanziamento comunitario integrale dei progetti durante questo periodo.
Per creare domanda di manodopera, il piano invita gli Stati membri a prendere in considerazione una riduzione dei contributi sociali versati dai datori di lavoro per le persone a più basso reddito e chiede al Consiglio dell’UE di adottare, prima del Consiglio europeo della primavera 2009, la direttiva proposta per rendere permanenti le aliquote IVA agevolate per servizi ad alta intensità   di lavoro.
Il piano di ripresa, dunque, intende rafforzare e accelerare le riforme già   avviate nell’ambito della Strategia di Lisbona per la crescita e l’occupazione e rilanciare gli sforzi prodigati per affrontare i cambiamenti climatici creando al tempo stesso posti di lavoro, ad esempio tramite investimenti strategici in edifici e tecnologie efficienti sul piano energetico.
Secondo Barroso il piano di ripresa «puಠnon soltanto salvare nell’immediato i posti di lavoro di milioni di persone, ma anche trasformare la crisi in un’occasione per incentivare una crescita pulita e creare in futuro posti di lavoro più numerosi e di migliore qualità  ». Il commissario europeo per gli Affari economici e monetari, Joaquin Almunia, ha invece sottolineato che «il Patto di stabilità   e di crescita continua a esistere e non viene messo tra parentesi», anche se in realtà   per due anni sarà   applicato con molta flessibilità   permettendo agli Stati membri di spendere sforando il parametro del 3% tra deficit e PIL, nell’ambito di un percorso concordato con la Commissione e indicando le misure per il rientro del disavanzo.

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