Secondo Luca Jahier, l’UE deve assumere un ruolo di rilievo nella protezione del clima e nella promozione dello sviluppo sostenibile
Il Comitato economico e sociale europeo (Cese) e il Comitato europeo delle regioni (Cdr), i due organi consultivi dell’Unione Europea, si sono recentemente occupati del Green Deal europeo e di sviluppo sostenibile.
Nell’ambito di un dibattito svoltosi a Bruxelles sulla COP25 di Madrid e sul Green Deal, Luca Jahier, presidente del Cese, ha evidenziato come ci si trovi in una situazione preoccupante, in cui gli obiettivi previsti dall’Accordo di Parigi non sembrano poter essere raggiunti: le conseguenze di questo fatto potrebbero avere ripercussioni sconvolgenti per tutta l’umanità. In questo senso, l’Unione Europea deve assumere un ruolo di rilievo nella protezione del clima e nella promozione dello sviluppo sostenibile.
Jahier ha altresì evidenziato la necessità di una transizione verso una UE a zero emissioni di carbonio e pienamente efficiente dal punto di vista delle risorse, ma si è dichiarato altrettanto consapevole che questi cambiamenti saranno possibili soltanto con evoluzioni a livello di società e di economia. In questo senso, l’Unione deve attuare l’Agenda 2030, vista quale «massima priorità dell’UE per il prossimo decennio», e promuovere tali valori nel mondo. In questo senso, ha sottolineato il presidente del Cese, gli impegni assunti dalla Commissione guidata da Ursula von der Leyen rispetto al Green Deal europeo e alla neutralità climatica entro il 2050 vanno in direzione opposta all’assenza di volontà politica emersa in occasione della COP25.
Il Comitato delle regioni si è occupato, invece, di tali temi in occasione dell’Assemblea regionale e locale euromediterranea (ARLEM) svoltasi a Barcellona. In quella sede, il presidente del Cdr, Karl-Heinz Lambertz, ha elogiato l’azione compiuta dall’Unione Europea per ristabilire «la propria leadership in materia di azione per il clima con la proposta di un Green Deal quale strada da seguire per raggiungere la neutralità climatica». Tale progetto dovrebbe essere, a suo avviso, esteso a tutto il Mediterraneo, in modo da ottenere risultati non soltanto in Europa, ma anche in altre regioni. È stato, inoltre, ribadito come lo sviluppo sostenibile debba rappresentare il fulcro nevralgico dell’ARLEM, anche al fine di migliorare la cooperazione futura tra le parti.
Il sindaco della città marocchina di Al Hoceima, nonché copresidente dell’ARLEM, Mohamed Boudra, ha insistito sul fatto che il riscaldamento globale sia dannoso sia per l’agricoltura sia per il livello dei mari. È, dunque, necessaria una risposta comune contro i cambiamenti climatici, anche al fine «di elaborare e adottare un modello di crescita che offra ai nostri giovani nuovi posti di lavoro e nuove opportunità economiche».
Nasser Kamel, segretario generale dell’Unione per il Mediterraneo, ha, infine, ricordato l’importanza delle città e delle regioni in questi processi: «La riuscita attuazione di misure efficaci che consentano di attenuare gli effetti negativi dei cambiamenti climatici e di adattarsi a essi dipende, in larga misura, dai provvedimenti normativi messi in campo dagli enti territoriali, dalle politiche che questi adottano e dai progetti che realizzano».
Per approfondire: il comunicato del Comitato economico e sociale europeo e il comunicato del Comitato delle regioni