La Commissione europea disponibile ad aiutare la Grecia a gestire la crisi migratoria attualmente in corso. L’appello del Parlamento europeo e del Comitato delle Regioni

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“Questa nuova crisi non può essere vista come una questione nazionale: si tratta di una questione europea,” ha affermato Apostolos Tzitzikostas.

La Grecia sta attraversando nuovamente una crisi migratoria: vi sono, infatti, più di 42.000 persone sulle isole del paese, di cui circa 5.000 minori non accompagnati. La Commissione europea, che ha costantemente sostenuto la Grecia nell’affrontare le sfide poste dalla gestione dei flussi migratori, compreso un aiuto finanziario di 2,23 miliardi di euro e la presenza di personale dalle agenzie europee e dalla Commissione stessa, ha annunciato che garantirà un sostegno finanziario aggiuntivo pari a oltre 700 milioni di euro.

Al momento, è, infatti, necessario mettere in atto azioni urgenti per fronteggiare le sfide immediate a cui la Grecia è chiamata a rispondere ai suoi confini terrestri e marittimi con la Turchia, nonché a monitorare gli sviluppi in Bulgaria e a Cipro. Al tempo stesso, soluzioni strutturali e sostenibili sono necessarie per l’Unione Europea nella sua totalità. A questo fine, la Commissione europea intenderà presentare presto alcune proposte per un Nuovo patto sulle migrazioni e l’asilo. Questo stanziamento di fondi sarà volto a rafforzare la gestione dei confini e delle migrazioni e a migliorare il supporto operativo dell’Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera (Frontex) e dell’Ufficio europeo di sostegno per l’asilo, nonché il lancio del Meccanismo di protezione civile.

Tale piano di azione per misure immediate destinate a sostenere la Grecia, presentato in seguito alla recente visita in Grecia di Ursula Von der Leyen insieme ai presidenti delle altre istituzioni dell’Unione Europea, è stato accolto positivamente dai ministri competenti al Consiglio Giustizia e affari interi. Gli sforzi si concentreranno da un lato sulla solidarietà da parte degli altri Stati Membri e dall’altro su soluzioni sostenibili per quei migranti rientranti nella categoria dei minori non accompagnati che resteranno in Grecia. La Commissione è, inoltre, pronta a fornire un maggiore sostegno finanziario e operativo alla Grecia e agli Stati Membri rispetto a tale questione. Nella prossima primavera, infine, si terrà una conferenza dedicata ai bambini e alle bambine migranti, con una specifica attenzione sugli sforzi di ricollocamento.

Per analizzare direttamente quale sia la situazione, Janez Lenarčič, commissario europeo per la Gestione delle crisi, ha visitato i progetti di aiuto ai rifugiati siriani a Gaziantep, in Turchia, e ha incontrato i partner strategici che provvedono assistenza al confine a Idlib. Grazie ai fondi dell’UE, questi ultimi forniscono a 1,7 milioni di rifugiati in Turchia assistenza mensile attraverso il programma della Rete di sicurezza sociale di emergenza. L’Unione finanzia, inoltre, programmi educativi che sono rivolti a più di 600.000 tra bambini e bambine che frequentano regolarmente la scuola. Per il 2020, l’UE ha stanziato 50 milioni di euro aggiuntivi in assistenza umanitaria per continuare a sostenere i progetti attualmente in atto in Turchia. 

Va ricordato in questa sede che lo Strumento dell’Unione Europea per i rifugiati in Turchia, messo a punto nel 2015 in risposta all’invito del Consiglio europeo a stanziare fondi aggiuntivi per sostenere i rifugiati e le rifugiate provenienti dalla Siria presenti sul territorio turco, prevede un budget totale di 6 miliardi di euro, di cui 4,7 già stanziati. In aggiunta all’assistenza umanitaria, i progetti di sviluppo presenti nello Strumento si concentrano sull’educazione, la gestione delle migrazioni, la salite, le infrastrutture municipali e il sostegno socio-economico.

Anche Apostolos Tzitzikostas, presidente del Comitato delle regioni, ha discusso con David Sassoli, presidente del Parlamento europeo, della situazione in Grecia, affermando che “gli Stati Membri dell’UE devono mostrare solidarietà e adottare repentinamente la proposta di riforma del Regolamento di Dublino del Parlamento europeo, al fine di condividere uniformemente tra gli Stati Membri, le regioni e le città il peso della responsabilità. Questa nuova crisi non può essere vista come una questione nazionale: si tratta di una questione europea. Ho informato il presidente Sassoli che sto mettendo la crisi migratoria al vertice della prossima sessione plenaria del nostro Comitato, e gli ho domandato di inserirla nell’agenda della prossima plenaria del Parlamento europeo.”

Per approfondire: i comunicati della Commissione europea (1, 2, 3) e del Comitato delle regioni

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