La presidenza di turno slovena dell’UE ha condannato il tentativo di colpo di Stato da parte di gruppi armati in Chad, rivolgendo un appello per l’immediata cessazione delle ostilità e rimandando l’avvio della missione in Chad e Repubblica Centrafricana.
Ricordando l’accordo stipulato nell’agosto 2007, poi seguito da un altro accordo di cessate il fuoco siglato in ottobre con la mediazione libica ma subito disatteso, la presidenza dell’UE sottolinea la necessità di un ritorno urgente al processo politico di negoziazione e appoggia totalmente l’appello dell’Unione africana per una soluzione pacifica della crisi.
Il bilancio di tre giorni di scontri è di centinaia di feriti, un numero imprecisato di vittime nella capitale N’Djamena e centinaia di sfollati. Il governo ciadiano accusa il Sudan (che smentisce) di appoggiare i ribelli, parte dei quali sarebbero partiti proprio dal Paese confinante per l’offensiva sulla capitale, mentre potrebbe essere coinvolta nel conflitto anche la vicina e già profondamente martoriata regione sudanese del Darfur.
E infatti l’UE dichiara di essere «profondamente preoccupata» per la situazione umanitaria e di sicurezza riguardante gli sfollati interni e i rifugiati, per i quali «resta indispensabile una presenza internazionale e multidimensionale». La presidenza slovena conferma quindi la sua stretta collaborazione con l’ONU ma, in attesa degli sviluppi della situazione, rende noto che l’UE ha deciso di posticipare l’invio della missione di pace EUFOR Tchad/RCA in Ciad e Repubblica Centrafricana, finchà© «le circostanze lo permetteranno».