Vi presentiamo di seguito il discorso pronunciato dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ai co-Presidenti e ai membri del Forum Culturale Italia – Cina
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“Ringrazio il Presidente Xi per l’accoglienza calorosa in questa Grande Sala del Popolo. E ringrazio voi, signore e signori co-Presidenti e membri del Forum Culturale.
La fascinazione reciproca dei popoli cinese e italiano per le rispettive, straordinarie, tradizioni culturali ha radici – come è stato ricordato – lontane, nell’arte, nella musica, nel teatro, nella letteratura.
È figlia di legami intrecciati e cresciuti attraverso i secoli.
Culle di civiltà millenarie, centri culturali cosmopoliti, Cina e Italia hanno nel tempo stimolato continue espressioni di ingegno e di creatività, sulla base di un naturale mutuo rispetto.
Marco Polo, della cui morte ricorre quest’anno – come ben sappiamo – il settecentesimo anniversario, è uno dei pionieri di questa lunga storia di rapporti.
Una storia di curiosità, di stima, di volontà di apprendere dall’altro per crescere e migliorare nel comune interesse.
Storia di radici antiche, ma protese con fiducia a un futuro da costruire con il contributo dei nostri popoli.
I tanti ambiti di collaborazione discussi in occasione della terza riunione plenaria del Forum Culturale daranno – lo spero – vita a iniziative che incentivino sempre più lo sviluppo di legami duraturi in ambito culturale: dagli scambi tra università allo studio delle lingue rispettive, dalla cooperazione tra istituzioni museali, tra teatri ed enti lirici e sinfonici fino alla promozione di un turismo sostenibile sempre più consapevole, valorizzando anche il comune impegno per la tutela dei siti Unesco.
Dispiegare pienamente il potenziale dei rispettivi patrimoni artistici e delle industrie culturali e creative, contribuisce anche a rendere più solida la crescita economica.
Oggi, grazie anche ai percorsi delineati nelle edizioni del Forum e al vostro impegno odierno, si rafforza l’approfondimento del dialogo sui settori tradizionali e, al contempo, ci si propone di ampliare la collaborazione in ambiti nuovi.
Penso, ad esempio, all’impatto della dimensione digitale sulla fruizione del patrimonio artistico. Nuove frontiere del bello diventano accessibili anche da remoto o con modalità immersive.
Nuove opportunità e nuovi orizzonti, quindi, ma anche nuove sfide, come quelle della verifica e della certificazione delle fonti.
Il nostro rapporto bilaterale si articola in una gamma vastissima di temi e settori di comune interesse.
Conoscete, vivendolo ogni giorno, il ruolo fondamentale del dialogo interculturale, alla base di una sempre più profonda conoscenza reciproca, per creare rapporti solidi e duraturi non soltanto tra gli Stati, ma anche, e soprattutto, tra i popoli. La cultura accresce la dignità delle persone.
Non è un’aspirazione ingenua. Non è uno scambio che ignori le differenze. Al contrario, il valore dell’esercizio consiste nell’assumerle e analizzarle con franchezza, senza che debbano essere ostative al confronto e alla collaborazione.
Questo modo di porsi gli uni di fronte agli altri è un metodo fecondo, porta alla costruzione di un comune patrimonio.
È una riflessione, un atteggiamento, che spinge a evadere tentazioni di ritorni anacronistici a un mondo di blocchi contrapposti.
Gli italiani, membri fondatori dell’Unione Europea, sono sostenitori dell’importanza dei fenomeni aggregativi tra Paesi che condividono interessi o sensibilità.
Ma non contrapposte ad altri.
Anzi, occorre sempre preservare un’interlocuzione costruttiva, per quanto lontani o diversi siano gli altri, senza alzare ingiustificati steccati.
È il senso del multilateralismo, fondato su regole certe, condivise e per tutti vincolanti.
Occorrono buona fede e buona volontà, e la convinta adesione a norme fondamentali di convivenza. Ad esempio, la norma che vieta l’uso – e anche la sola minaccia – della forza nei rapporti fra gli Stati.
Matteo Ricci, che con Marco Polo rappresenta una figura simbolica della profondità dei rapporti tra Cina e Italia, nel “De Amicitia” scriveva che “l’amicizia è più utile al mondo che non le ricchezze”.
E l’amicizia si nutre di conoscenza reciproca, di ascolto, di dialogo, di comprensione: cioè di cultura.
Il mio auspicio è quindi quello che il continuo lavoro operoso, di costruzione di ponti culturali tra i nostri popoli – tra la Cina e l’Italia -, sostenuto dal Forum e oggi arricchito dal dialogo tra i Rettori, contribuisca a far crescere l’amicizia tra di noi, fondamento della costruttiva convivenza e impulso a un lavoro comune di conciliazione di fronte alle sfide globali.
Vi ringrazio molto. Xié xié! “