Incidenti industriali gravi: richiamo a 12 Stati membri

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La Commissione europea ha deciso di proseguire i procedimenti d’infrazione nei confronti di 12 Stati membri dell’UE per la mancata adozione dei piani di emergenza relativi alle aree limitrofe agli impianti industriali in cui sono maneggiate sostanze chimiche pericolose.
Si tratta di piani resi obbligatori dalla direttiva «Seveso II», il principale atto legislativo mirante alla prevenzione degli incidenti industriali rilevanti e alla riduzione degli effetti derivanti. Quasi 8000 stabilimenti dell’Unione europea rientrano nel campo di applicazione delle disposizioni di sicurezza della direttiva e circa la metà   è tenuta ad elaborare piani di emergenza esterni. Questi piani dovevano essere pronti fin dal 2002 negli Stati membri dell’UE-15 e dal 2004 nei 10 nuovi Stati membri, invece in molti Stati membri un gran numero di stabilimenti risulta tuttora non in regola.
La Commissione ha rammentato a più riprese agli Stati membri i loro obblighi, così si è assistito a un certo miglioramento della situazione in alcuni stabilimenti soggetti all’obbligo del piano di emergenza, ma mediamente la situazione resta molto preoccupante.
La Commissione ha pertanto deciso di inviare un ultimo avvertimento scritto agli Stati membri inadempienti, che sono Austria, Cipro, Repubblica Ceca, Francia, Germania, Irlanda, Italia, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi, Spagna e Svezza.
«Sebbene non possiamo eliminare il rischio di incidenti industriali nella società   moderna, possiamo adoperarci per ridurlo il più possibile e attenuare le conseguenze di tali infortuni. àˆ pertanto fondamentale che le disposizioni legislative elaborate a tal fine siano correttamente applicate» ha dichiarato il commissario europeo all’Ambiente Stavros Dimas, il quale ha aggiunto: «Constato con costernazione che molti anni dopo l’entrata in vigore della direttiva e nonostante i ripetuti avvertimenti della Commissione, pochissimi Stati membri hanno adottato piani di emergenza esterna per tutti gli impianti interessati».

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