In ricordo di Emilio Gabaglio

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Un altro amico importante se ne è andato, per APICE e per me.

Per APICE di cui  Emilio seguiva con curiosità ed interesse le attività sulla politica internazionale ed europea, temi per i quali aveva una straordinaria passione e competenza, non solo sul versante sindacale. Non mancava di commentare le prese di posizione di APICE, che condivideva anche se con qualche invito ad avere più speranza nel futuro del mondo.

Per me è stato, con Pierre Carniti, un maestro prezioso: insieme, sono stati costanti punti di riferimento, in una CISL a forte connotazione etica, per tanti della mia generazione e dintorni, molti dei quali ci hanno già lasciati. La lista di quelli di allora, che non ci sono più, sarebbe lunga: tra gli altri, a Roma Carla, Maria, Luigi, Angelo, Claudio; a Milano Fiorella e Gianbattista; a Torino Alberto, Giovanni e Toni; a Bruxelles Robert e Gérard e a Parigi Edmond e Francois e molti altri, in giro per il mondo.

Emilio, che tanto aveva lavorato perché il mondo fosse migliore, se n’è andato in uno dei momenti peggiori di questi ultimi decenni, triste anche per la stagione difficile che sta vivendo il sindacato, in particolare in questa Europa a rischio declino. Abbiamo tanto battagliato tra noi su questi temi, non eravamo sempre d’accordo ma mai ci siamo arresi al destino di un’Europa minacciata dai nazionalismi.

Adesso, tristi e più deboli, proseguiremo su questa strada, riprendendo il testimone con le risorse modeste di cui disponiamo, forti di quello che hai insegnato a noi, fortunati di aver condiviso con te lunghi anni di lavoro, prima a Roma e poi a Bruxelles, alla Confederazione europea dei sindacati e all’Osservatorio sociale europeo, e adesso in questo nostro Paese, oggi in grande affanno.

Un impegno che ti deve anche APICE che non hai mai smesso di incoraggiare: questa nostra fragile creatura oggi ventenne, sognata un giorno in Georgia dove, con te ed Adriana, speravamo in un’Unione Europea più grande e più forte dopo il grande allargamento di inizio secolo. 

E siamo così testardi che lo speriamo ancora. Restaci vicino a dare una mano.   

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