Il mondo guarda all’Ucraina

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La recente invasione dell’Ucraina su vasta scala e il riconoscimento delle Repubbliche separatiste del Donbass da parte della Russia hanno messo il mondo intero di fronte ad uno dei tentativi più gravi di riportare la guerra nel cuore dell’Europa. Un tentativo che sta mettendo in serio pericolo la pace, conquistata a caro prezzo con la seconda guerra mondiale e ha riattivato paure e orrori che credevamo relegati nelle pagine più buie della nostra recente storia.

La Russia e il suo Presidente Putin, dopo settimane di inconcludenti dialoghi diplomatici con l’Occidente, nel tentativo di scongiurare gli scenari peggiori, hanno tuttavia messo il dito sul bottone della guerra, con tutto quello che ciò rappresenta non solo in termini di violenza e sofferenza di un’intera popolazione costretta a resistere o a fuggire, ma anche in termini di violazione dell’integrità territoriale di un Paese indipendente e del diritto internazionale. Una decisione, che si inserisce in un contesto mondiale altamente interconnesso da molti punti di vista, in particolare da quello economico, commerciale e tecnologico; dove la corsa agli armamenti non si è mai fermata e dove la Russia e gli Stati Uniti rappresentano i Paesi nucleari più potenti al mondo. Ed è appunto anche la minaccia nucleare che Putin sta brandendo a dimostrazione della sua prova di forza.

Le reazioni internazionali a questa guerra che Putin sta muovendo all’Ucraina e all’intero Occidente, non si sono fatte attendere. Il G7, (i sette Paesi con le economie più avanzate nel mondo), unanime nella condanna, minaccia, nella sua ultima nota, nuove e pesantissime sanzioni se Mosca proseguirà la sua invasione e sottolinea: ”Non riconosceremo alcuna acquisizione militare della Russia in Ucraina”, vale a dire che non verrà riconosciuto alcun cambiamento di statuto.

La NATO (Organizzazione del Trattato dell’Atlantico del Nord), considerata, agli occhi di Putin, la principale minaccia alla sicurezza del suo immenso Paese, ha fermamente condannato l’aggressione militare della Russia, sottolineando che quest’ultima “pagherà un prezzo severo sia in termini economici che politici”. L’Alleanza atlantica, alla quale l’Ucraina chiede di aderire da tempo, oltre a garantire a quest’ultima solidarietà, sostegno e appoggio militare attraverso i suoi singoli Paesi aderenti,  ha attivato tutti i suoi piani di difesa per garantire la sicurezza di tutti i suoi membri, dispiegando forze di aria, terra e mare su tutto il suo fianco orientale. In allerta quindi tutti quei Paesi NATO vicini alle frontiere della Russia, dai Paesi Baltici, alla Polonia, dalla Romania alla Slovacchia e all’Ungheria. In allerta anche Svezia e Finlandia, due Paesi direttamente minacciati da Putin nel caso in cui chiedessero l’adesione alla NATO.

Risoluzione di condanna anche al Consiglio di sicurezza dell’ONU, dove, ironia della sorte, la Russia detiene la Presidenza di turno e il diritto di veto. Una condanna sulla quale si è astenuta, in particolare, la Cina, mandando un segnale di pacata disapprovazione all’amico russo. Si tratta tuttavia di una risoluzione che verrà presentata all’Assemblea Generale dell’ONU e sulla quale i 193 Stati membri saranno chiamati a votare. Certo è, fin da ora, che da quel voto si misurerà tutto l’isolamento politico in cui oggi si ritrova Putin. 

Ed infine, non bisogna dimenticare il gesto senza precedenti di Papa Francesco che si è recato all’ambasciata russa presso la Santa Sede per esprimere, in modo tangibile, la sua preoccupazione e “per smuovere i cuori”.

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