Lo scorso 2 febbraio il Comitato Economico e Sociale Europeo (CESE) ha organizzato un incontro per discutere sul futuro dell’euro e dell’Unione Economica e Monetaria nel suo complesso.
Il compito di aprire il dibattito è stato affidato a Joost van Iersel, presidente della sezione economica del CESE, il quale ha avvertito le istituzioni riguardo «l’urgenza che i cittadini riescano a vedere un senso concreto della loro partecipazione alla vita comunitaria», sottolineando come «un processo d’integrazione sostenibile richieda una maggiore cooperazione in ambito fiscale, finanziario, sociale e politico, da attuarsi anche cambiando i trattati, qualora si riveli necessario».
Fra i vari interventi, il presidente del gruppo di lavoro dell’Eurogruppo, Thomas Wieser, ha evidenziato come «la mancanza di convergenze strutturali, come ad esempio nella politica fiscale, provochi degli squilibri fra i Paesi», rimarcando la «necessità di un cambiamento reale, tangibile».
I diversi ospiti, ciascuno a suo modo, hanno raggiunto la medesimo conclusione: per il futuro dell’UE non vi è un’alternativa credibile ad una più incisiva unione politica, che ponga come priorità i bisogni dei cittadini e non questioni meramente tecniche. In particolare, il Comitato Economico e Sociale Europeo si è rivolto ai leader europei, affinché essi accelerino il processo di integrazione mediante una sempre più profonda collaborazione fra gli Stati membri.