Global Democracy Weakens in 2022

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Mercoledì 30 novembre è stato presentato il nuovo report “The Global State of Democracy 2022 – Forging Social Contracts in a Time of Discontent” pubblicato da International IDEA, l’Istituto internazionale per la democrazia e l’assistenza elettorale di Stoccolma.

A partire dalla fine del 2021, metà dei 173 paesi valutati da IDEA stanno vivendo un declino nel loro apparato democratico a causa di problemi che vanno dalle restrizioni alla libertà di espressione alla sfiducia nella legittimità delle elezioni e dalle sfide globali, come la guerra della Russia in Ucraina, il costo della vita, la recessione globale incombente ed il cambiamento climatico.

Osserviamo la situazione che si presenta nel mondo:

nell’Asia e del Pacifico la democrazia sta regredendo a fronte di un rafforzamento degli autoritarismi. Nella regione solo il 54% delle persone vive in una democrazia mentre l’85% vivono in uno Stato debole o arretrato. Anche democrazie forti come Australia, Giappone e Taiwan soffrono di una forte erosione degli indici democratici.

In Africa Stati come Gambia, Niger e Zambia stanno migliorando nella qualità democratica, superando uno spazio civico limitato, e creando, grazie all’azione civica, opportunità per rinegoziare il contratto sociale con risultati variabili di Paese in Paese.

In Medio Oriente, dopo più di un decennio dalle Primavere Arabe, i movimenti di protesta continuano ad essere motivati da fallimenti governativi nella fornitura di servizi e di opportunità economiche, aspetti chiave dei contratti sociali.

Nelle Americhe si trovano tre delle sette democrazie che sono state retrocesse, indicando perciò istituzioni indebolite anche in democrazie di lunga data. Le democrazie stanno lottando per portare equilibrio in ambienti segnati da instabilità e ansia, e i populisti continuano a guadagnare terreno mentre l’innovazione democratica e la crescita ristagnano o diminuiscono.

Negli Stati Uniti, le minacce alla democrazia persistono dopo la presidenza di Trump, illustrate dalla paralisi politica del Congresso, e dal ritorno in discussione di diritti consolidati da tempo.

Infine, anche in Europa quasi la metà di tutte le democrazie, in totale 17 paesi, ha subito l’erosione degli indici democratici negli ultimi cinque anni, sottolineando come anche le democrazie considerate “ad alto rendimento” non siano state immuni a questi cali.

La democrazia non sembra quindi essersi evoluta negli ultimi anni in modo tale da riflettere esigenze e priorità in rapida evoluzione. A livello globale ciò si è potuto riscontrare in quanto il numero di paesi che si muovono verso l’autoritarismo è più del doppio del numero che si muove verso la democrazia, con pochi miglioramenti, secondo quanto evidenziato dagli indici dello Stato Globale della Democrazia (GSoD Indices).

In conclusione, il Rapporto ha raccomandato una serie di azioni politiche per sostenere il rinnovamento democratico globale, abbracciando contratti sociali più equi e sostenibili, riformando le istituzioni politiche esistenti e rafforzando le difese contro il regresso democratico e l’autoritarismo.

Per approfondire: il comunicato dell’Istituto internazionale per la democrazia e l’assistenza elettorale di Stoccolma.

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