Gaza: l’Europa esorta il cessate il fuoco

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Cessate il fuoco immediato, ritiro delle truppe israeliane, fine dei lanci di razzi su Israele e del traffico di armi, queste le richieste del Parlamento europeo che ipotizza anche l’invio di una forza multinazionale per ristabilire la sicurezza.
Condannando gli attacchi sui civili, l’Europarlamento chiede a Israele di garantire il flusso di aiuti umanitari e di riaprire i valichi di frontiera, mentre sollecita Hamas a promuovere il dialogo tra palestinesi, contribuire ai negoziati di pace e riconoscere a Israele il diritto di esistere.
Nell’esprimere «sgomento» dinanzi alle sofferenze della popolazione civile a Gaza, il Parlamento «condanna con forza in particolare il fatto che durante gli attacchi siano stati colpiti obiettivi civili e delle Nazioni Unite» ed «esprime la propria solidarietà   alla popolazione civile vittima della violenza a Gaza e nel sud d’Israele». Osserva infatti che l’operazione israeliana è finora costata la vita a circa un migliaio di persone a Gaza, «la maggior parte delle quali donne e bambini», e ha provocato migliaia di feriti e la distruzione di case, scuole e altre importanti infrastrutture civili.
Una tregua negoziale potrebbe essere garantita da un meccanismo, istituito dalla comunità   internazionale coordinata dal Quartetto (ONU-UE-USA-Russia) e dalla Lega araba, che «potrebbe includere una presenza multinazionale nel quadro di un mandato chiaro, al fine di ristabilire la sicurezza e garantire il rispetto del cessate il fuoco per le popolazioni di Israele e di Gaza» sostengono gli eurodeputati, che incoraggiano gli sforzi diplomatici intrapresi finora dalla comunità   internazionale, in particolare dall’Egitto e dall’UE. Quest’ultima è perಠesortata dal Parlamento europeo a prendere una posizione politica «più determinata e coesa», il Consiglio deve esercitare maggiori pressioni per far cessare le violenze e dovrebbe cogliere l’opportunità   di collaborare con la nuova Amministrazione statunitense per porre fine al conflitto con un accordo fondato sulla soluzione dei “due Stati”. Al riguardo, l’Europarlamento sottolinea «l’esigenza di un collegamento geografico permanente e di una riunificazione politica pacifica e duratura tra la Striscia di Gaza e la Cisgiordania».
Anche il Consiglio d’Europa è intervenuto sul conflitto israelo-palestinese in corso, dichiarando attraverso il suo segretario generale Terry Davis che «Israele ha il diritto di proteggersi, ma quel che si sta verificando a Gaza è ingiustificabile. L’uso spropositato della forza da parte di Israele a Gaza infligge sofferenze alla popolazione civile, viola ampiamente i diritti umani e genera un’ondata di distruzione, senza tuttavia migliorare in alcun modo la situazione di sicurezza in Israele. Tutto ciಠaumenta il rischio di favorire il reclutamento di terroristi». Secondo il Consiglio d’Europa è quindi «giunto il momento per Israele di porre fine alla violenza e di pensare seriamente a come rimediare alle conseguenze. I dirigenti israeliani alla fine dovranno capire che è possibile ottenere una pace e una sicurezza durature solo insieme al popolo palestinese e ai vicini israeliani».
Un ulteriore appello alla tregua è giunto anche dal segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon, secondo cui «è giunto il momento di pensare anche a un cessate il fuoco unilaterale da parte di Israele»; Ban ritiene possibile che Israele e Hamas raggiungano un’intesa per il cessate il fuoco nel giro di qualche giorno. Intanto perಠla guerra continua, «finchà© non saranno raggiunti tutti gli obiettivi» dichiarano le autorità   israeliane, e sale il numero delle vittime palestinesi: 1133 morti e 5150 feriti in meno di tre settimane di operazione «Piombo fuso» israeliana, secondo le cifre fornite dal ministero della Sanità   palestinese.

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1 COMMENTO

  1. Era ora!!
    Quando ci fu l’attacco alle Torri gemelle la condanna internazionale, giustamente, arrivò in poche ore.
    Gli staunitensi sentirono la solidarietà  del mondo intero. Per questa timida condanna europea abbiamo dovuto aspettare tre settimane, uno stillicidio fatto di quasi 1200 morti, più di 5000 feriti, un milione e mezzo di palestinesi segnati per sempre, fra cui centinaia di migliaia di bambini e adolescenti. Senza contare l’odio seminato a piene mani fra i musulmani di tutto il mondo.
    Cosa pensare se non che la vita di un americano o di un europeo vale infinitamente di più di quella di un palestinese o di un arabo? E questa differenza si spiega solo con una parola: razzismo.
    VERGOGNA!!

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