Frontiere e integrazione: la conclusione del PON sulle migrazioni a Ventimiglia

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Martedì 5 febbraio si è concluso il modulo propedeutico alle azioni di potenziamento della Cittadinanza europea nell’ambito del Programma Operativo Nazionale – PON 2014-2020 rivolto a un gruppo di ragazze e ragazzi del Liceo Peano-Pellico di Cuneo. Il modulo, curato da Apice, univa il tema della cittadinanza europea a quello delle migrazioni.

L’ultimo incontro è stato organizzato in collaborazione con Popoli in arte e si è svolto a Ventimiglia, uno dei luoghi di frontiera più frequentati e dibattuti di questi anni.

Gli studenti hanno avuto l’opportunità di incontrare alcune delle persone che si impegnano ogni giorno a sostegno di chi arriva in Europa in cerca di un futuro migliore e, in particolare, a Ventimiglia, spesso nel tentativo di attraversare la frontiera con la Francia.

Questi incontri hanno portato a conoscenza degli studenti e delle studentesse storie di viaggi, di persone, di sogni e speranze.

Daniel Delministro ha spiegato quali frontiere esistono a Ventimiglia e quali storie stanno dietro ad esse. È emerso come queste frontiere che per noi, cittadini europei, non esistono, per i migranti sono veri e propri “muri di gomma”. Parole, le sue, che hanno colpito profondamente i ragazzi e le ragazze; parole fatte di esperienze personali e di impegno quotidiano.

Delia Buonuomo, gestrice del bar Hobbit, ha portato la sua esperienza personale e professionale, avendo fatto del suo lavoro di barista uno dei massimi esercizi di cittadinanza e accoglienza, dando aiuto ogni giorno a persone che hanno bisogno di un sostegno. Un impegno molto importante per il quale lotta ogni giorno, nonostante i molti ostacoli che le si pongono davanti.

La vicesindaco di Ventimiglia, Silvia Sciandra, ha, infine, dato un punto di vista istituzionale della gestione delle migrazioni e dell’accoglienza. È stata destinataria di domande che hanno fatto emergere la posizione dell’amministrazione rispetto alle situazioni che negli anni si sono dovute gestire.

Tre incontri diversi ma accomunati da un impegno quotidiano nell’aiutare le persone che arrivano in Italia dopo aver attraversato il Mediterraneo a costruirsi una vita dignitosa e un futuro. Un impegno che significa tempo e risorse investite, sogni a volte realizzati a volte spezzati; un esercizio di cittadinanza attiva che Apice, attraverso lo svolgimento di questo progetto, ha voluto proporre ai giovani studenti e studentesse.

Le facce stanche dei ragazzi e ragazze a fine giornata, sul pullman di ritorno, dimostravano quanto la giornata sia stata ricca e intensa. Hanno assorbito storie, racconti, messaggi importanti che li potranno aiutare nella loro crescita, per capire il mondo del nostro tempo ed essere cittadini consapevoli. Questo, in fondo, lo scopo delle attività che Apice propone nelle scuole.

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