Fratelli tutti #2 – Papa Francesco per un mondo di autentica fratellanza

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Apice è lieta di presentare il secondo approfondimento del ciclo dedicato all’enciclica di Papa Francesco “Fratelli tutti”, pubblicata il 4 ottobre scorso. Quattro commentatori analizzeranno alcune delle principali tematiche “civili” affrontate dal Pontefice nell’enciclica. Le analisi sono state pubblicate, a partire dal numero del 5 novembre, sul periodico cuneese “La Guida”, e successivamente riprese dal nostro sito.

Nel secondo approfondimento, che riportiamo integralmente di seguito, Adriana Longoni approfondisce il tema della fratellanza, della giustizia sociale e del multilateralismo.


“Fratelli tutti” è un titolo che contiene tutta la dimensione universale, che si rivolge a tutti gli uomini del mondo, “famiglia di Dio”, mettendoli in un’ indiscutibile prospettiva di uguaglianza, di pari dignità, di giustizia e in possesso degli strumenti necessari per costruire un proprio destino basato sul rispetto dei diritti fondamentali.

Una prospettiva che analizza, con intensa e severa lucidità, la gestione e la struttura del potere internazionale nel nostro presente, dove la politica sembra essere sopraffatta e dominata da una  dimensione economico-finanziaria transnazionale che non ha certamente come obiettivo quello del bene comune mondiale, della fratellanza e della solidarietà universali.

Ma quello è l’obiettivo che indica Francesco  e che, con forza, chiede alla politica di farsene carico. Per questo le chiede cambiamenti radicali, ne delinea un profilo nobile, lungimirante, totalmente distaccato da obiettivi elettoralistici e a breve termine, coraggioso e in grado di capire la necessità di ricostruire nuove e solide Istituzioni, capace di integrare l’economia in una progetto sociale, culturale e di giustizia molto più vasto e inclusivo. Usa per questo termini e concetti sui quali riflettere per dare il giusto valore alla politica, definita come  “una vocazione altissima, una delle forme più preziose della carità, perché cerca il bene comune”.  E Francesco  offre al riguardo gli strumenti dell’amore politico ed efficace,  un amore che, attraverso il concetto stesso di carità politica e sociale, sia in grado di disegnare un mondo in cui i diritti umani universali possano effettivamente essere rispettati. Per illustrare più precisamente il concetto, Francesco porta esempi concreti e parte dalla carità dell’individuo e della comunità per giungere a quella politica ed istituzionale, in un intreccio indispensabile di sussidiarietà  e solidarietà  : “Se qualcuno aiuta un altro dandogli da mangiare, il politico crea per lui un posto di lavoro, ed esercita una forma altissima di carità che nobilita la sua azione politica”.

In questo senso Francesco deplora che la crisi finanziaria del 2007-2008 non abbia portato allo sviluppo di una “nuova economia più attenta ai principi etici (…) e non ci sia stata una reazione che abbia portato a ripensare i criteri obsoleti che continuano a governare il mondo”.  

Nella denuncia di un’economia mondiale e di un’attività finanziaria speculativa che generano povertà e disuguaglianza e nella richiesta di una politica attenta alla difesa dei diritti di tutti, Francesco richiama la necessità di dar vita a organizzazioni mondiali efficaci, “dotate di autorità per assicurare il bene comune mondiale, lo sradicamento della fame e della miseria” e dotate del potere di sanzionare. 

Rivolgendosi in particolare all’ONU e alle sue Istituzioni, il richiamo ad un multilateralismo più forte diventa il richiamo ad una rinnovata corresponsabilità mondiale, fondata sulla giustizia, sulla ricerca della pace e  sulla tutela degli Stati più deboli. Il richiamo inoltre alla Carta costituzionale permette a Francesco di ricordare il ruolo e il compito delle Nazioni Unite che “può essere visto come lo sviluppo e la promozione della sovranità del diritto, sapendo che la giustizia è requisito indispensabile per realizzare l’ideale della fraternità universale”. 

Francesco è tuttavia ben cosciente del pericolo che l’ONU e il multilateralismo stanno correndo in questo periodo della storia, un pericolo reale di delegittimazione da parte di movimenti nazionalisti e protezionisti che si rafforzano in un crescendo di egoismi nazionali.

Non solo, ma la pace, la giustizia e la convivenza mondiale sono messe a dura prova anche da forti frammentazioni sociali e culturali, da intolleranze e fanatismi. In tale contesto, Francesco ricorda la richiesta fatta, insieme al Grande Imam Ahmad Al-Tayyeb “agli artefici della politica internazionale e dell’economia mondiale di impegnarsi seriamente per diffondere la cultura della tolleranza, della convivenza e della pace (…)”.

Per approfondire: il testo completo dell’enciclica “Fratelli tutti”

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