Finita la sesta legislatura dell’Europarlamento

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Con la sessione plenaria chiusasi il 7 maggio il Parlamento Europeo ha terminato ufficialmente la sesta legislatura, in attesa della settima i cui deputati saranno eletti con il voto in programma nei 27 Stati membri dell’UE tra il 4 e il 7 giugno, trent’anni dopo la prima votazione europea svoltasi nel 1979.
Nei cinque anni della legislatura 2004-2009, l’assemblea europarlamentare è stata testimone dell’estensione dell’UE da 15 a 27 Paesi, ha approvato centinaia di provvedimenti e in alcune occasioni ha bocciando o modificando sensibilmente proposte avanzate dalla Commissione Europea e sostenute dai governi dell’UE, assumendo un ruolo importante di baluardo per la tutela del cosiddetto modello sociale europeo.
Gli europarlamentari, attualmente divisi in sette gruppi parlamentari più i non iscritti, nella legislatura appena conclusa hanno affrontato varie questioni rilevanti, quali ad esempio le misure per fronteggiare i cambiamenti climatici, i voli segreti della CIA, i molti aspetti dell’immigrazione legale e illegale e dell’asilo, la liberalizzazione dei servizi salvaguardando perಠil modello sociale, i rischi chimici delle attività   industriali, la sicurezza dei prodotti importati e distribuiti nel mercato europeo, i diritti di cittadinanza, dei gruppi più vulnerabili, dei lavoratori, fino alla crisi economica e le risposte da dare sia sul piano della regolamentazione sia su quello dell’impulso all’economia.
Dagli attuali 785 europarlamentari, nella prossima legislatura si passerà   a 736 deputati, in attesa di ulteriori modifiche che saranno introdotte dopo l’approvazione del Trattato di Lisbona. Così, ad esempio, la delegazione italiana passerà   dagli attuali 78 a 72 deputati nella prossima legislatura che si aprirà   il 14 luglio.
Una legislatura che all’inizio dovrà   affrontare i dossier già   esaminati e votati dall’Aula europarlamentare ma sui quali non è stato trovato un accordo col Consiglio, com’è avvenuto proprio negli ultimi giorni di legislatura sulla direttiva riguardante l’orario di lavoro. Ma sarà   soprattutto il Trattato di Lisbona e l’incertezza sul suo destino a caratterizzare l’avvio delle settima legislatura, un Trattato che se adottato definitivamente attribuirà   maggiori poteri ai parlamentari europei.

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