Eurostat condivide la ricerca operata sul mondo della cultura nell’Unione Europea

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Secondo gli ultimi dati pubblicati da Eurostat, il settore culturale in Europa registra una crescita moderata ma costante, con quasi 7,8 milioni di occupati nei Paesi UE nel 2023, pari al 3,8% dell’occupazione totale. Eppure, nonostante i progressi, emergono ancora forti disuguaglianze di genere.

Nel panorama culturale europeo, le donne rappresentano ormai quasi la metà della forza lavoro (49,5 %), il livello più equilibrato mai registrato da Eurostat. Tuttavia, la parità apparente nasconde alcune criticità. In settori come l’arte, la musica, il teatro e la scrittura, le donne tendono a ricoprire più frequentemente posizioni part-time, mentre gli uomini dominano nei ruoli a tempo pieno e con contratti stabili.

Il settore culturale si distingue per un livello molto elevato di istruzione: il 61,8% dei lavoratori culturali ha un’istruzione terziaria (università o equivalente), contro un 37,8% dell’occupazione totale all’interno dell’Unione Europea.

Un altro tratto distintivo del settore è l’alta incidenza del lavoro autonomo: circa il 31,7% degli occupati culturali in Europa è freelance, rispetto al 13,8% della media UE. In Italia, tra i lavoratori culturali questa cifra sale addirittura a quasi il 47%. Non sorprende, quindi, che molti artisti, scrittori e giornalisti abbiano più di un lavoro per sostenersi economicamente a causa dell’alternanza di periodi di lavoro intenso a periodi di assenza totale di reddito.

Benché la percentuale complessiva di occupati culturali a tempo pieno resti alta (75,8%), il 24% lavora part-time, una quota più elevata rispetto al resto dell’economia. Allo stesso tempo, i contratti permanenti nel settore culturale ammontano all’81,8%, contro l’86,5% registrato nel mercato del lavoro europeo in generale.

In sostanza, il mondo della cultura nell’Unione Europea cresce, forma e coinvolge sempre più persone, ma la sua forte componente di lavoro autonomo e intermittente — fatta di freelance, part-time e rapporti deboli — evidenzia come la stabilità e la parità di genere rimangano sfide ancora aperte.

Per maggiori informazioni: Eurostat pubblica la ricerca intitolata “Statistiche europee”

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