Il 12 febbraio scorso il Consiglio dell’UE ha deciso che i depositari centrali di titoli che detengono attività e riserve della Banca centrale di Russia di valore superiore al milione di euro (bloccate da misure restrittive dell’UE seguite all’invasione russa dell’Ucraina), devono accantonare disponibilità liquide straordinarie accumulate e non possono disporre dei proventi netti derivanti.
Tale provvedimento è stato accolto con favore dai leader del G7, che, in occasione del secondo anniversario dell’invasione Russa (24 febbraio 2024), hanno ribadito il sostegno all’Ucraina, impegnandosi a potenziare ulteriormente l’assistenza di quest’ultima in materia di sicurezza. In tale dichiarazione sono state incoraggiate ulteriori misure per consentire l’uso di tali titoli, ovviamente in conformità alle disposizioni di legge.
Visto il protrarsi del conflitto, il 21 maggio il Consiglio ha dunque adottato una serie di atti legislativi che garantiscono che i proventi netti derivanti da entrate inattese e straordinarie ricavate dai depositari centrali di titoli nell’UE saranno utilizzati ai fini di sostenere militarmente l’Ucraina (strumento europeo per la pace, 90%), ma anche per reggere le capacità della sua industria della difesa e della ricostruzione (programmi finanziati dal bilancio UE, 10%).