Diritto d’iniziativa dei cittadini europei: cos’è e come funziona

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Dal 1 aprile i cittadini europei possono rivolgersi direttamente alla Commissione Europea, grazie all’entrata in vigore del Diritto di iniziativa dei cittadini europei (ICE).

Essa costituisce un invito rivolto alla Commissione Europea affinchè proponga un atto legislativo in un settore nel quale ha la competenza per farlo, come ambiente, agricoltura, trasporti o sanità pubblica.

Nel regolamento dell’UE adottato dal Parlamento Europeo e dal Consiglio dell’Unione Europea nel febbraio 2011, si trovano le norme e le procedure che disciplinano questo nuovo strumento.

Per lanciare un’iniziativa dei cittadini occorre formare un “comitato dei cittadini” composto da almeno 7 cittadini dell’UE residenti in almeno 7 Stati membri diversi.

Le organizzazioni non possono gestire direttamente le iniziative dei cittadini, ma promuoverle o sostenerle, purché il tutto avvenga in un clima di piena trasparenza.

Gli organizzatori sono tenuti a registrare l’iniziativa prima di iniziare la raccolta delle dichiarazioni di sostegno da parte dei cittadini, sull’apposito sito web della Commissione. Una volta ricevuta la richiesta, la Commissione verifica se l’iniziativa proposta soddisfa le condizioni previste e risponde entro 2 mesi.

La raccolta delle dichiarazioni di sostegno può iniziare soltanto una volta che la Commissione ha confermato la registrazione dell’iniziativa e deve concludersi entro un anno.

Tutti i cittadini di uno Stato membro in età di voto per le elezioni al Parlamento Europeo possono sostenere un’iniziativa dei cittadini, compilando un apposito modulo di dichiarazione di sostegno messo a disposizione dagli organizzatori, sia esso digitale o cartaceo.

Un’iniziativa deve essere sostenuta da almeno un milione di cittadini europei, di almeno 7 dei 27 Stati membri dell’UE: non è necessario raccogliere le dichiarazioni di sostegno in tutti i 27 paesi dell’UE ma è sufficiente avere un numero minimo di firmatari in almeno 7 paesi.

Dopo aver raccolto un milione di firme, gli organizzatori devono chiedere alle autorità nazionali competenti di ogni Stato membro in cui le dichiarazioni sono state raccolte di certificare il numero delle dichiarazioni di sostegno valide per quel paese.

Fatto ciò è  possibile presentare l’iniziativa alla Commissione che ha 3 mesi di tempo  per esaminarne attentamente il contenuto.

Durante questo periodo:

  • i rappresentanti della Commissione incontrano gli organizzatori per consentire loro di esporre in dettaglio le tematiche sollevate dall’iniziativa;
  • gli organizzatori hanno la possibilità di presentare la loro iniziativa in un’audizione pubblica presso il PE;
  • la Commissione adotta una risposta formale in cui illustra le eventuali azioni che intende proporre a seguito dell’iniziativa dei cittadini e le sue motivazioni per agire o meno in tale senso.

La risposta, che prende la forma di una comunicazione, è adottata dal Collegio dei commissari e pubblicata in tutte le lingue dell’UE.

La Commissione non ha l’obbligo di proporre un atto legislativo a seguito di un’iniziativa. La normale procedura legislativa ha inizio solo nel caso in cui la Commissione decide di presentare una proposta: la proposta viene sottoposta al PE e/o al Consiglio e, se adottata, avrà forza di legge.

Sicuramente questa nuova procedura sarà, allo stesso tempo, una sfida e un’opportunità per l’UE. Nessuno sa infatti come reagirà la Commissione a queste iniziative dei cittadini e se esse saranno in grado di influenzare realmente l’agenda dei temi in discussione. Il rischio è alto: se ciò non avverrà, la delusione dell’opinione pubblica farà aumentare la diffidenza nelle Istituzioni europee. Anche la responsabilità dei cittadini è alta: essi infatti potranno utilizzare questo strumento per partecipare attivamente alla vita politica dell’Europa, e farsi così promotori di nuove idee o potranno limitarsi a giudicare, o addirittura invertire, le scelte politiche già effettuate dalle Istituzioni europee e dei governi Stati membri, con effetti devastanti per il cammino di integrazione europea.

Auspichiamo che questo nuovo strumento nelle mani dei cittadini costituisca un “progresso senza precedenti nella democrazia partecipativa”, così come ha detto Maros Sefcovic, Vicepresidente della Commissione, e responsabile per le Relazioni istituzionali e amministrative.

Per saperne di più 

Scarica la guida completa all’ ICE

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