Direttiva sul distacco dei lavoratori: via libera del Parlamento europeo

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Il 16 aprile scorso il Parlamento Europeo ha approvato (474 sì, 15 no e 39 astenuti) l’accordo interistituzionale proposto dalla presidenza greca sulla direttiva esecutiva della direttiva 1996/71CE sul distacco dei lavoratori.

Tra le principali novità il nuovo testo prevede: l’introduzione di nuovi elementi per la constatazione di una situazione di distacco, nuovi strumenti di controllo amministrativo da parte del Paese di accoglienza, una più stretta collaborazione tra Stati membri (grazie alla fissazione di termini precisi per il trasferimento delle informazioni), revisione dell’esecuzione transfrontaliera delle ammende e delle sanzioni, migliore accesso alle informazioni per gli Stat membri e per i lavoratori, implementazione di un approccio improntato alla responsabilità condivisa e solidale soprattutto in alcuni settori come gli appalti per l’edilizia.

Nell’acceso dibattito che si è concluso con l’approvazione del testo si sono fronteggiati anche aspramente due schieramenti, da una parte le forze xenofobe e nazionaliste (che rifiutando il testo si oppongono alla costruzione del mercato unico), dall’altra i difensori di un’Europa libera e aperta.

Particolarmente favorevoli al testo si sono dimostrati i Conservatori e Riformisti Europei (CRE), Il Partito Popolare Europeo (PPE) e l’Alleanza dei Democratici e Liberali per L’Europa (ADLE).

Hanno votato sì senza troppa convinzione i Verdi europei, secondo i quali il testo è lontano dall’essere una panacea.

Al termine del dibattito Il commissario per l’Occupazione, gli affari sociale e l’inclusione si è rivolto ai deputati insoddisfatti ricordando l’importanza dei compromessi in cui nessuno può affermare di “non avere vinto niente solo perché non ha portato a casa tutto ciò che voleva all’inizio”.

“È venuto il momento – ha detto Andor – di concludere la questione e adottare un testo in prima lettura”.

Il testo adottato dal Parlamento passerà ora al Consiglio che dovrà avviare il processo di messa in atto delle nuove regole; saranno poi gli Stati membri a doverle trasferire negli ordinamenti nazionali.

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