COP 24: Appuntamento per il clima a Katowice

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L’appuntamento dei responsabili politici del mondo è fissato dal 2 al 14 dicembre a Katowice, in Polonia, con l’obiettivo di adottare provvedimenti concreti per l’attuazione degli impegni politici  presi a Parigi nel contesto della COP 21 (Conferenza delle Parti).

Il fatto che la COP 24 si riunisca a Katowice ha una sua ragion d’essere, visto che questa cittadina della Slesia, di lunga tradizione e ricchezza mineraria, rappresenta, per la Polonia, un esempio per le politiche messe in atto in tema di transizione economica ed energetica e per lo sviluppo di progetti innovativi basati sulle nuove tecnologie.

La COP 24 si riunisce tuttavia in un contesto in cui l’allarme lanciato per il clima è ormai ai massimi livelli ed è sotto gli occhi di tutti l’inarrestabile surriscaldamento del pianeta e le sue tragiche conseguenze. L’ultimo rapporto dell’IPCC (Gruppo intergovernativo sui cambiamenti climatici), redatto su richiesta dei firmatari dell’Accordo di Parigi e presentato l’8 ottobre scorso, mette in evidenza gli effetti devastanti di un surriscaldamento di 1,5° C e 2°C delle temperature mondiali rispetto ai livelli preindustriali.  Ad oggi questo aumento delle temperature ha raggiunto 1,1 C°, vale a dire che non esistono più margini di manovra se si vuole almeno limitare il caos climatico che si profila all’orizzonte e che non risparmierà nessuna regione del mondo.

Sebbene siano ormai trascorsi ben 25 anni dalla prima Conferenza di Rio nel 1992 e si sia ormai giunti alla 24ma edizione della COP, la macchina della riduzione delle emissioni di CO2 e della riconversione economica verso una crescita verde si è mossa molto lentamente e in modo molto disuguale nelle varie parti del mondo.

Eppure, la preoccupazione e la sensibilità nei confronti dei cambiamenti climatici sembrano aumentare e la relazione esistente fra le attività umane e i disastri causati dal surriscaldamento diventa sempre più evidente. Cresce anche la consapevolezza delle immense sfide che la riconversione energetica comporta, non solo in termini economici, ma anche e soprattutto in termini sociali. Ne sono un significativo esempio, in questi giorni, le grandi manifestazioni dei “gilets jaunes” in Francia, scoppiate proprio nel momento in cui il Presidente Macron si appresta a varare la sua futura politica energetica e climatica, nella quale la sostenibilità sociale  e l’ equa ripartizione fiscale rappresentano le sfide più sensibili per una riconversione coerente.

Purtroppo, a livello mondiale, e dopo l’Accordo di Parigi del 2015, la situazione dell’impegno politico ed economico per affrontare i cambiamenti climatici non è migliorata, anzi. In primo luogo va sottolineato il fatto del ritiro degli Stati Uniti, con la decisione del Presidente Trump, dall’Accordo stesso. Una decisione che indebolisce fortemente l’impegno comune e globale alla lotta per ridurre le emissioni di CO2 e incoraggia, in altri Paesi, un certo immobilismo politico. Inoltre, a mettere seriamente in pericolo gli obiettivi dell’accordo di Parigi è il numero ancora elevato di centrali a carbone esistenti o in fase di costruzione  in Asia e in Africa.

E’ indubbio che la COP 24 di Katowice rappresenta un grande momento di verità e di coraggio per l’adozione delle misure politiche, economiche e finanziarie necessarie per la salvaguardia del Pianeta. L’Unione europea ha adottato in proposito conclusioni che sottolineano l’urgenza senza precedenti di intensificare gli sforzi globali per evitare gli effetti disastrosi dei cambiamenti climatici, fissando, fra altre importanti misure,  al 32% il suo nuovo obiettivo per il 2030 per le energie rinnovabili e al 32,5% per l’efficienza energetica. Certamente un passo avanti e un segnale della consapevolezza che il futuro del Pianeta e con esso il futuro dell’umanità sono in gioco. E’ un richiamo anche alla responsabilità di tutti noi ad esigere e ad accompagnare quella transizione ecologica e culturale necessaria se si vuole garantire un futuro alle generazioni che verranno.

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