Commissione UE e governo al lavoro

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E adesso le vacanze sono davvero finite ed è ora di lavorare. Lo è per la futura Commissione europea che ha formato la sua squadra e lo è per il “nuovo” governo italiano.

La prima, appena composta dalla presidente Ursula von der Leyen (VDL) e in attesa di passare il suo esame davanti al Parlamento europeo; il secondo ormai legittimato dalla fiducia espressa dalle due Camere e in attesa di passare l’esame dell’opinione pubblica: aspettano entrambe le squadre  esami per nulla banali ed esposti a sorprese.

Cominciamo dal governo italiano, presieduto da Conte II, alla guida di una squadra giallo-rossa non proprio coesa nella sua composizione e alle prese con un programma comune che si spera abbia un esito diverso dal non rimpianto “contratto di governo” verde-giallo. 

A prima vista sembra esserci un equilibrio numerico (ancora lontano quello di genere) tra ministri dei due colori, con l’inserimento non banale al ministero degli interni di un profilo tecnico, quello della prefetta, Luciana Lamorgese. 

A guardare meglio sembra che, per portafogli attribuiti e competenza, vi sia una prevalenza di peso dei democratici sui grillini e, sicuramente, un’area blindata sulle competenze europee affidata al presidente del Consiglio, affiancato da due ministri di area democratica: quello dell’economia Roberto Gualtieri e quello degli Affari europei, Enzo Amendola; senza dimenticare altri due ministeri importanti nel contesto europeo come quello della Difesa, affidato a Lorenzo Guerini e dell’Agricoltura a Teresa Bellanova, entrambi membri del Partito democratico. Un presidio ulteriormente confermato dalla non competenza in materia, per ragioni istituzionali e personali, del ministro degli esteri, Luigi di Maio.

Questa prevalenza di area è rafforzata non poco dalla candidatura di Paolo Gentiloni a membro della Commissione europea: un responsabilità che non potrà essere nazionale per questo profilo europeo, ma in grado di giovare a un gioco di squadra cui potrà partecipare anche un altro italiano in Europa,  il presidente del Parlamento europeo, Davide Sassoli, proveniente anch’esso dal Partito democratico.

Rispetto alle prospettive anti-europee annunciate ancora a inizio agosto dal governo verde-giallo a trazione salviniana qualcuno, in Europa e in Italia, potrebbe pensare a un miracolo. Invece è oggi la realtà di un Paese che non finisce di stupire.

Ma una realtà ancora fragile: molto dipenderà dalla capacità dell’inedita squadra di governo italiana di mettere in esecuzione l’ambizioso programma presentato da Conte al Parlamento, di farlo non in tempi biblici e senza maneggiare troppo in deficit il bilancio dello Stato, facendo prevalere riforme e investimenti su politiche di breve respiro e spesa clientelare.

E qui entra in gioco l’interlocutore europeo, quello che vede interagire Parlamento, Commissione e Consiglio dei ministri. Il primo, forte dell’esito elettorale di maggio con la richiesta di rivedere a fondo il progetto di integrazione europea; la Commissione europea che dovrà imprimere una svolta in favore di sviluppo, solidarietà e ambiente e il Consiglio che dovrà temperare il suo ruolo di eterno frenatore e trovare nuovi equilibri al suo interno, tra Paesi del nord e quelli del sud, tra ovest ed est. Non sarà una passeggiata per nessuno.

L’attribuzione a Paolo Gentiloni di un portafoglio pesante come quello degli Affari economici traduce l’apprezzamento europeo per il nuovo governo italiano e per una personalità competente, già ministro degli esteri e poi presidente del Consiglio, ma non è un salvacondotto per politiche di spesa facile, anzi.  Lo dimostra anche il compito di sorveglianza sulle politiche economiche affidato al “falco” lettone Valdis Dombrovskis, vicepresidente esecutivo della Commissione.

Come giusto che accada in una democrazia sana – e quella europea lo è ancora – maggior potere impone maggiore responsabilità. Vale a Bruxelles e vale a Roma: lo tengano bene a mente quanti hanno adesso sulle spalle il compito di riconciliare l’Italia con l’Unione Europea, rilanciandole entrambe con coraggio verso il futuro. 

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