Birmania: l’UE pronta a nuove sanzioni

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La presidenza di turno portoghese ha reso noto che l’Unione europea «rafforzerà   il proprio regime attuale di sanzioni» se le autorità   della Birmania (Myanmar) si renderanno responsabili di repressioni violente delle manifestazioni pacifiche in atto.
L’annuncio è stato dato poco prima che giungessero da Rangoon (Yangon) notizie di cariche delle forze dell’ordine contro le decine di migliaia di persone che da giorni manifestano pacificamente per chiedere diritti democratici: almeno quattro le vittime, decine i feriti e centinaia gli arresti.
Rivolgendosi alla giunta militare al potere dal 45 anni in Birmania, l’UE aveva chiesto la «massima moderazione», mentre alla notizia dell’imposizione del coprifuoco e del dispiegamento di forze si era detta «molto preoccupata», ribadendo il proprio appello a «non usare la violenza contro un popolo che si è impegnato alla nonviolenza e a proseguire una genuina riconciliazione e negoziazione».
Le prime sanzioni imposte dall’UE alla Birmania (Paese il cui attuale nome, Myanmar, è stato imposto dalla giunta militare) risalgono al 1996. Nel corso degli anni sono poi state ampliate e via via prolungate. Quelle attuali sono in vigore fino al marzo 2008. I ministri degli Esteri dell’UE, nella loro prossima riunione del 15-16 ottobre prossimi, discuteranno delle nuove misure da prendere per rispondere all’atteggiamento della giunta militare birmana.

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