Le sempre maggiori sfide esterne costringono l’UE a ragionare sulla revisione del Quadro Finanziario 2021-2027.
Da quando, nel 2020, è stato adottato il Quadro Finanziario Pluriennale (QFP) l’Unione Europea ha dovuto confrontarsi con una serie senza precedenti di sfide impreviste. Infatti, la pandemia, una delle più profonde crisi economiche globali che si siano verificate in oltre un secolo, e, in rapida successione, la brutale invasione dell’Ucraina da parte della Russia hanno avuto enormi conseguenze sul piano umanitario, socio-economico e finanziario.
Innanzitutto, la migrazione si è intensificata dopo la pandemia, mettendo a dura prova le capacità di accoglienza e integrazione degli Stati membri. Inoltre, la rapida accelerazione dell’inflazione e dei tassi di interesse ha inciso sul bilancio dell’Unione (anche attraverso il marcato rialzo dei costi di finanziamento del Next Generation EU). In questo contesto di instabilità globale, peggiorata da una serie di perturbazioni della catena di approvvigionamento mondiale (il caso più eclatante è la crisi energetica scatenatasi dalla guerra in Ucraina), l’UE è all’opera per aumentare la sua capacità di resilienza (anche digitale). Per questi motivi, sono necessari ingenti investimenti (ovvero nuove risorse) per non soccombere sotto i colpi delle incombenti sfide globali e della soffocante posizione tra incudine (Stati Uniti) e martello (Cina).
Ma che cos’è il Quadro Finanziario Pluriennale e come si può modificare per incrementarne le risorse?
Il QFP stabilisce i limiti annuali (i “massimali” di spesa) degli impegni dell’Unione Europea in diverse politiche (categorie di spesa chiamate “rubriche”) e dei pagamenti annuali complessivi per un periodo di sette anni. L’attuale quadro per il periodo 2021-2027 è stato adottato nel 2020 ed è sostenuto, per un totale di bilancio di 2020 miliardi di euro, da due fondi: il quadro finanziario vero e proprio (1216 miliardi) e lo strumento straordinario per la ripresa post Covid-19, il Next Generation EU (807 miliardi). L’obiettivo dichiarato dell’attuale QFP è la “trasformazione” dell’UE rafforzandone la resilienza e sostenendo le transizioni verde e digitale e, al fine di garantirne l’efficienza nel tempo, prevedeva una modifica del funzionamento del QFP e possibili proposte di revisione entro il 1° gennaio 2024.
Quindi, il 20 giugno 2023, la Commissione europea ha proposto una revisione intermedia del QFP, suggerendo l’implementazione di misure volte a realizzare rafforzamenti mirati in un numero limitato di settori prioritari, affinché il bilancio dell’UE possa continuare a conseguire gli obiettivi più essenziali. In particolare, ha richiesto un incremento finanziario di 65,8 miliardi di euro per il quadriennio 2024-2027 per riuscire a sostenere una serie di interventi vitali:
• 50 miliardi per l’istituzione di uno strumento per provvedere alle necessità immediate dell’Ucraina;
• 15 miliardi per meglio affrontare il fenomeno migratorio nella sua duplice dimensione interna ed esterna e per potenziare i partenariati con paesi terzi chiave;
• I restanti 10 miliardi per la creazione di una piattaforma per le tecnologie strategiche per l’Europa (STEP) per promuovere la competitività a lungo termine dell’UE in materia di tecnologie critiche e fondamentali. Si fonderà su strumenti già esistenti: InvestEU, il Fondo per l’innovazione, il Consiglio europeo per l’Innovazione e il Fondo Europeo per la Difesa;
A questa proposta, il 3 ottobre scorso, ha risposto il Parlamento europeo, concordando con la Commissione sull’urgenza della revisione del QFP per affrontare le conseguenze delle molteplici crisi. Ha, tuttavia, richiesto maggiore ambizione rispetto al disegno della Commissione, proponendo un ulteriore incremento finanziario di 10 miliardi (oltre ai 65,8 proposti). Nello specifico, i deputati hanno reclamato l’aumento di 2 miliardi di euro per affrontare e le questioni relative alla migrazione, di 3 miliardi di euro per STEP e di 5 miliardi per migliorare la capacità dell’UE di rispondere a crisi impreviste.
Adesso la palla passa ai negoziati tra Parlamento e Consiglio (che non ha ancora esplicitato la sua posizione in merito) per la definizione finale della revisione del QFP.
Per maggiori informazioni: il comunicato del Parlamento europeo