Banca d’Italia: gli immigrati non rubano il lavoro

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L’immigrazione straniera verificatasi in Italia negli ultimi anni non solo non ha tolto lavoro agli italiani ma anzi ne ha aumentato le possibilità   occupazionali, secondo uno studio pubblicato dalla Banca d’Italia che smentisce alcuni luoghi comuni.
Lo studio, dedicato al fenomeno dell’immigrazione e contenuto nel Rapporto sulle economie regionali del 2008, sottolinea come «la crescita della presenza straniera non si è riflessa in minori opportunità   occupazioni per gli italiani» ed evidenzia «l’esistenza di complementarietà   tra gli stranieri, gli italiani più istruiti e le donne». Secondo le rilevazioni della Banca d’Italia sono infatti aumentate le possibilità   di occupazione per i cittadini più istruiti che mirano a posti di gestione e di amministrazione, rispetto alla massa di stranieri con mansioni tecniche ed operaie, e per le donne che, grazie a badanti e baby sitter, riescono a poter far fronte agli impegni fra famiglia e lavoro.
Il numero degli immigrati stranieri regolarmente presenti in Italia sfiora i 4 milioni, secondo le stime dell’ultimo Dossier Caritas/Migranti, con un’incidenza del 6,7% sulla popolazione complessiva a fronte di una media del 6% nell’UE. Il tasso di attività   degli stranieri in Italia è mediamente del 73,2% (88% per i soli maschi), cioè di circa il 12% in più rispetto agli italiani, mentre il loro tasso di disoccupazione è di due punti più elevato (8,3% in media e 12,7% per le donne).
Il Rapporto osserva tuttavia che gli stranieri hanno sì un tasso di occupazione superiore a quello degli italiani ma scontano un più basso livello di scolarità  : questo, insieme a una maggiore concentrazione in settori e mansioni a minori contenuto professionale (nelle regioni del Centro-Nord Italia il 79,3% degli stranieri occupati regolari fa l’operaio contro il 35,1% degli italiani), comporta che i redditi da lavoro dipendente nel settore privato degli stranieri siano inferiori di circa l’11% a quelli degli italiani. Il 44% circa degli stranieri immigrati è infatti impiegato in occupazioni non qualificate o semi-qualificate (contro il 15% degli italiani), percentuale che sale a quasi il 60% nel Sud del Paese.
La crisi economica in corso ha poi avuto forti ricadute sui lavoratori stranieri: cassa integrazione e mobilità   sono aumentate per loro in misura doppia: «Nelle liste di mobilità   la presenza degli immigrati è doppia rispetto agli italiani» osservano i responsabili della CGIL.
Molti immigrati stranieri in Italia hanno invece scelto il lavoro autonomo: gli artigiani costituiscono circa un decimo della popolazione adulta straniera, con 165.114 titolari d’impresa, 52.715 soci e 85.990 altre figure societarie; dal 2007 l’aumento è stato di un sesto, una crescita ben più accentuata rispetto ad aziende con titolarità   italiana.

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