Bambini con bisogni specifici e adulti disabili ancora svantaggiati

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La relazione “Educazione e disabilità/bisogni specifici – politiche e prassi nell’istruzione, nella formazione e nell’occupazione degli studenti con disabilità e bisogni educativi specifici nell’UE”, pubblicata dalla Commissione Europea il 10 luglio e redatta dalla rete indipendente di esperti nelle scienze sociali attinenti ad istruzione e formazione (NESSE), evidenzia come i bambini con bisogni educativi specifici e gli adulti disabili si trovano ancora in una situazione di svantaggio.
Sono circa 45 milioni i cittadini europei in età lavorativa che soffrono di disabilità e 15 milioni i bambini con bisogni educativi specifici: molti di loro sono segregati in istituti speciali e coloro che sono inseriti nel sistema d’istruzione tradizionale ricevono spesso un sostegno inadeguato.
La relazione invita gli Stati membri a lavorare di più per sviluppare sistemi educativi inclusivi e per eliminare le barriere incontrate dai gruppi vulnerabili quando si tratta di partecipazione e realizzazione nel campo dell’istruzione, della formazione e dell’occupazione.
I bambini con bisogni educativi specifici lasciano spesso la scuola con basse o insufficienti qualifiche prima di passare alla formazione speciale che, in certi casi, può pregiudicare piuttosto che aumentare le loro future prospettive lavorative. Dalla relazione risulta che le persone con disabilità o con bisogni educativi specifici sono maggiormente colpite dalla disoccupazione o economicamente inattive; anche coloro che riescono ad affermarsi relativamente bene sul mercato del lavoro spesso guadagnano meno delle loro controparti non disabili.
Sovente, continua la ricerca, i sistemi educativi speciali aumentano l’isolamento di quanti sono già socialmente emarginati, riducendo così ulteriormente le loro opportunità nella vita: è necessario dunque un maggior investimento per lo sviluppo delle loro abilità linguistiche, una maggior attenzione alle differenze culturali, affinchè anche i bambini con difficoltà di questo genere possano essere iscritti in scuole tradizionali .
I curatori dello studio invitano poi a continuare il lavoro di armonizzazione delle definizioni al fine di migliorare la raccolta di dati, consentendo così un maggiore confronto e un apprendimento più rapido dalle reciproche esperienze.

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