A Davos si è discusso del futuro del mondo, tra sfide globali e crescenti disuguaglianze

77

E’ dal 1970 che il piccolo paese di Davos, nascosto fra le pieghe delle Alpi svizzere, diventa per alcuni giorni di gennaio il punto di incontro dei grandi attori della scena mondiale:  politici, ricercatori, imprenditori, rappresentanti delle Istituzioni internazionali, banchieri e rappresentanti degli Istituti finanziari, ma anche rappresentanti della società civile e delle ONG. Attori che discutono della salute del Pianeta, che esprimono la loro visione del futuro del mondo, identificando, ogni anno, un tema centrale: per il 2025 il titolo dell’incontro era “Collaborazione per l’era intelligente”. 

L’inaugurazione del Forum, con il termine “collaborazione” scritto in grande, coincideva esattamente con l’investitura a Washington di Donald Trump, in quanto quarantasettesimo Presidente degli Stati Uniti, il quale, con la mano sulla Bibbia, prometteva un futuro di fuoco fatto di rozzo nazionalismo, di populismo, di protezionismo e dazi a tutto campo e di lotta senza quartiere all’immigrazione. E’ in questa assenza incombente ovunque, compensata alcuni giorni dopo da una virulenta videoconferenza, che il Presidente ha ribadito a Davos la sua politica basata sul disprezzo del multilateralismo e sui rapporti di forza. Una prospettiva che non mancherà di pesare sulla ricomposizione di un nuovo ordine mondiale, oggi visibilmente in trasformazione.

Resta il fatto che le sfide per il futuro rimangono intatte, ben presenti invece nella visione del Segretario Generale delle Nazioni Unite, espressione del multilateralismo.  Guterres non ha esitato a Davos ad illustrarle con la dovuta preoccupazione. Due, in particolare, i temi su cui si è soffermato : i cambiamenti climatici e il futuro dell’intelligenza artificiale. Sul versante del surriscaldamento globale e nello scenario attuale già carico di fenomeni devastanti, il Segretario Generale ha invitato i Governi a non venir meno agli impegni già presi al riguardo (riferendosi al ritiro degli Stati Uniti dall’Accordo di Parigi) e ad incoraggiare gli imprenditori ad interrompere gli investimenti nei combustibili fossili e ad investire nelle energie pulite, una scelta che li porrebbe “dalla parte giusta della storia”. 

Non meno lucido l’avvertimento di Guterres sull’Intelligenza artificiale. Pur premettendo che in molti campi potrebbe rappresentare un progresso per l’umanità, il Segretario avverte che “l’IA puo’ essere usata come strumento di inganno, puo’ sconvolgere le economie e l’accesso al lavoro, minare la fiducia nelle Istituzioni, avere effetti devastanti nei conflitti, aggravare le disuguaglianze ed escludere i Paesi che non hanno le possibilità di accesso a tale tecnologia …L’Intelligenza artificiale deve servire l’umanità e non il contrario.”

A proposito di disuguaglianze, il Forum economico di Davos è anche occasione per l’ONG Oxfam di presentare, ogni anno, il suo rapporto su ricchezze e povertà nel mondo. Quest’anno l’organizzazione ha intitolato il suo rapporto “Povertà ingiusta e ricchezza immeritata”. Bastano poche cifre e percentuali per descrivere l’aumento delle diseguaglianze nel mondo: il 44% della popolazione globale vive oggi con meno di 6,85 dollari al giorno, una delle soglie di povertà monitorate dalla Banca Mondiale; allo stesso tempo, in una “simmetria perversa”, l’1% più ricco al mondo possiede quasi la stessa proporzione – il 45% – della ricchezza del Pianeta. Altri dati su cui riflettere per il futuro del Pianeta: nel 2024 la ricchezza dei miliardari è cresciuta, in termini reali, di 2 mila miliardi di dollari, pari a circa 5,4 miliardi di dollari al giorno, a un ritmo tre volte superiore rispetto all’anno precedente. 

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here