Nel 2024 è stato battuto il record di emissioni di CO₂ per un valore complessivo di 53,2 gigatonnellate equivalenti emesse nell’atmosfera per cause antropiche. Questo valore non tiene conto delle emissioni derivanti dall’uso del suolo e dalla silvicoltura.
Rispetto all’anno precedente, l’incremento delle emissioni è pari all’1,3%, come riportato dall’analisi svolta dalla Banca dati delle emissioni della Commissione europea per la ricerca atmosferica globale (EDGAR).
Gran parte di questo aumento è riconducibile alle principali economie mondiali. Nel 2024, infatti, le otto economie con le emissioni più elevate, Cina, Stati Uniti, India, Unione europea, Russia, Indonesia, Brasile e Giappone; hanno contribuito complessivamente al 66,2% delle emissioni globali di gas a effetto serra. Solo l’Unione europea e il Giappone hanno ridotto le proprie emissioni rispetto all’anno precedente (-1,8% e -2,8% rispettivamente), mentre tutti gli altri le hanno mantenute stabili (Cina: +0,8%; Stati Uniti: +0,4%; Brasile +0,2%) o le hanno aumentate (India: +3,9%; Russia: +2,4%, Indonesia: +5% – l’aumento relativo più elevato).
Se a livello globale l’aumento delle emissioni rappresenta una pessima notizia, il quadro europeo risulta più positivo. Nello stesso arco temporale (2023-2024), infatti, le emissioni di gas serra dell’UE, escluse quelle del settore LULUCF, “Land Use, Land-Use Change and Forestry” (Uso del suolo, cambiamenti di uso del suolo e silvicoltura); sono diminuite dell’1,8%, ovvero di quasi 60 megatonnellate di CO₂ equivalenti.
L’Unione Europea continua così a mantenere un trend decennale di riduzione delle emissioni di gas serra, interrottosi soltanto nel 2021 in occasione della ripresa economica post-COVID.
Parte di questo risultato è riconducibile alle politiche climatiche ambiziose adottate dall’UE, che hanno fornito un quadro normativo chiaro e vincolante.Attraverso iniziative come l’European “Green Deal” e la “European Climate Law”, l’Unione si è posta obiettivi a lungo termine: ridurre di almeno il 55% le emissioni nette di gas serraentro il 2030 rispetto ai livelli del 1990 e raggiungere la neutralità climatica entro il 2050. In questa traiettoria si inserisce anche la proposta, pubblicata dalla Commissione nel luglio 2025, di fissare un obiettivo intermedio per il 2040:una riduzione del 90% delle emissioni nette rispetto al 1990.
Per approfondire: Le emissioni mondiali raggiungono livelli record, ma l’UE guida l’inversione di tendenza