Il partenariato orientale celebra dieci anni di intensa collaborazione

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Il Comitato economico e sociale europeo (CESE) ha ospitato lo scorso 5 settembre una conferenza di alto livello per celebrare il Partenariato con i Paesi orientali.

Tale Associazione di Stati è una dimensione specifica della politica europea di vicinato, tesa a rafforzare le relazioni tra l’Unione Europea, i suoi Stati membri e altri sei Paesi nell’area orientale: l’Armenia, l’Azerbaijan, la Bielorussia, la Georgia, la Repubblica della Moldavia e l’Ucraina.

Tutti i partecipanti alla riunione dello scorso 5 settembre hanno concordato che i primi dieci anni del Partenariato orientale possono essere considerati come una storia di successo e che questa iniziativa ha fornito una buona struttura di supporto sia per la cooperazione bilaterale, sia per quella multilaterale. Nonostante questi esiti, i partecipanti hanno condiviso l’opinione che bisogna fare molto di più in alcuni Stati associati, al fine di ottenere standard accettabili in termini di democratizzazione, di lotta contro la corruzione, di stato di diritto, di libertà d’espressione e di diritti umani.

Nel più recente vertice sul Partenariato orientale, tenutosi a Bruxelles nel 2017, i partner hanno concordato sul raggiungimento di “Venti risultati per il 2020”, divisi in quattro aree di priorità: governance, economia, connettività e società, con l’impegno della società civile al vertice della lista. Il Comitato economico e sociale europeo sta preparando un proprio parere di iniziativa, che analizzi i dieci anni di Partenariato orientale e delinei una visione della società civile, relativa a questa politica, oltre il 2020.

Come affermato da Dilyana Slavova, presidente della sezione delle Relazioni esterne del Comitato economico e sociale europeo e presidente della conferenza, “il Partenariato orientale è una delle nostre massime priorità e siamo convinti che la nostra relazione dovrebbe essere quella di un’associazione paritaria, in cui ogni parte è utile all’altra. Un’area di vicinato forte, sicura e prospera significa un’Unione Europea più forte”.

Indrė Vareikytė, relatore per l’opinione del CESE, si è espresso sul futuro del Partenariato indicando la prospettiva di una leadership anche da parte dei Paesi associati più attivi e non solo da parte dell’UE. Dieci anni dovrebbero essere abbastanza per trasmettere i valori europei. Quella del Partenariato orientale deve diventare una vera politica di associazione, basata sulla parità fra i suoi membri.

Sulla stessa scia, Rikard Jozwiak, un reporter di Radio Europa Libera, si è mostrato favorevole ad un rinnovamento del Partenariato. Un rinnovamento che dovrebbe permettere ai Paesi associati di maggior successo (Moldavia, Ucraina e Georgia), di raggiungere una nuova fase che includerebbe un’area comune di libero mercato, la fine delle tariffe di roaming tra loro e con l’UE, e, infine, la prospettiva di un’adesione all’UE: “Questi sono Paesi europei, e dobbiamo riconoscerlo.”

Per approfondire: il comunicato del CESE

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