Nel corso del 2007 sono stati 583 gli attacchi terroristici falliti o sventati nell’UE, di cui 517 organizzati da gruppi separatisti spagnoli e francesi; 4 gli attacchi falliti da parte di estremisti islamici e 1044 le persone arrestate secondo il Rapporto 2008 reso noto da Europol.
Durante un dibattito sulla situazione terroristica in Europa svoltosi presso il Parlamento europeo, il responsabile antiterrorismo dell’UE, Gilles de Kerchove, ha osservato che «il rischio è ai nostri confini» e che «Al Qaeda è e rimarrà una minaccia terroristica internazionale», sottolineando l’importanza di meccanismi europei di cooperazione come Europol ed Eurojust.
La Commissione europea ha inoltre rilevato che il mercato interno europeo «facilita la mobilità dell’ideologia e della formazione terroristica», formando un campo virtuale di addestramento, mentre il web «offre un palcoscenico internazionale»: circa 5000 siti web mirano a «radicalizzare e catechizzare i giovani in Europa», ha dichiarato De Kerchove.
Tenendo conto delle capacità di adattamento del terrorismo, la Commissione europea mira a creare un quadro giuridico e una definizione degli attacchi terroristici comuni inserendo tre nuovi crimini, così da coprire pratiche terroristiche nuove e vecchie, come il reclutamento e l’addestramento dei terroristi e la provocazione pubblica di commettere un atto terroristico. Questo ultimo aspetto è stato perಠampiamente dibattuto, per la necessità di creare un giusto limite tra leggi antiterrorismo e proteste legittime. Il rischio è infatti quello di criminalizzare la libertà di espressione, hanno osservato alcuni eurodeputati, come recentemente accaduto a Londra durante le manifestazioni pro-Tibet. Secondo il responsabile antiterrorismo dell’UE, De Kerchove, è necessario approfondire il dibattito democratico «per trovare il giusto equilibrio fra sicurezza e libertà ».