Giorni decisivi per la Serbia

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Entro la fine di gennaio la Serbia dovrà   affrontare le elezioni presidenziali (20 gennaio) e un probabile Accordo di stabilizzazione e associazione con l’UE (28 gennaio), ma è anche alle prese con un’altrettanto probabile proclamazione d’indipendenza del Kosovo.
Nei giorni scorsi, infatti, l’ex capo della guerriglia albanese Hashim Thaci è stato nominato premier del Kosovo e la sua prima dichiarazione ha riguardato la proclamazione dell’indipendenza dell’attuale regione serba «entro poche settimane». Secondo Thaci, «l’indipendenza del Kosovo è un accordo concluso, dobbiamo solo dichiararla. Trasformeremo il nostro sogno e il nostro diritto in realtà  ».
Le autorità   serbe non hanno risposto alle dichiarazioni del leader kosovaro, anche perchà© impegnate in una trattativa con l’UE sul rispetto delle condizioni richieste per giungere alla firma dell’Accordo di stabilizzazione e associazione (ASA). Secondo il commissario europeo all’Allargamento, Olli Rehn, la Serbia deve assicurare la piena collaborazione col Tribunale Penale Internazionale per l’ex Jugoslavia (TPIJ-ICTY) dell’Aia prima che l’UE possa procedere a un ulteriore avvicinamento. «àˆ essenziale che tutti in Serbia capiscano che questa condizione rimane ed è essenziale per la conclusione dell’Accordo» ha dichiarato Rehn, lasciando intendere che la questione centrale riguarda la consegna al TPIJ dell’ex generale Ratko Mladic e dell’ex leader serbo-bosniaco Radovan Karadzic, ricercati da dodici anni per crimini di guerra. Al proposito, l’Alto rappresentante della comunità   internazionale in Bosnia ha da poco ordinato il sequestro dei passaporti dei familiari di Karadzic su richiesta del TPIJ, probabilmente per evitare una fuga all’estero in questi giorni decisivi: i familiari negano infatti di essere in contatto con Karadzic, ma le informazioni raccolte dalla NATO proverebbero il contrario.
Intanto, dopo un colloquio con l’Alto rappresentante dell’UE per la politica estera e di sicurezza, Javier Solana, il ministro degli Esteri serbo Vuk Jeremic ha auspicato che l’Accordo con l’UE possa essere firmato il prossimo 28 gennaio, dopo l’assenso dei ministri degli Esteri europei che si riuniranno quel giorno. Sottolineando come la Serbia stia già   collaborando pienamente con il TPIJ,
Jeremic ha precisato che ora tutto dipende da una «valutazione consensuale» dei ministri dell’UE.
Anche la neopresidenza di turno slovena dell’UE ha reso noto che spera nella definizione dell’ASA con la Serbia entro la fine di gennaio, pur riconoscendo che alcuni Paesi europei non intendono fare concessioni ai serbi sulla collaborazione col TPIJ. Negando l’ipotesi di uno «scambio» tra l’avvicinamento della Serbia all’UE e concessioni serbe all’indipendenza del Kosovo, la presidenza slovena mira a dare segnali di apertura in vista delle elezioni presidenziali serbe, il cui primo turno è previsto per il 20 gennaio. Per agevolare l’ASA, inoltre, la presidenza slovena ha anche creato una task force costituita da rappresentanti della presidenza attuale e di quella successiva francese, della Commissione e del Consiglio europei che, sul modello di quanto già   fatto in passato per la Croazia, ottenga progressi più rapidi nella collaborazione con le autorità   serbe.

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