9 Maggio: i giorni della memoria

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Il 9 maggio 1945  segna una data storica in Europa: in quel giorno tacciono finalmente le armi dopo 5 anni di una guerra terribile che ha lasciato dietro di sé milioni di morti, città in cenere e lo spettro di un progetto nazista nel nostro continente. In quel lontano giorno un fremito di vita ritrovata e di nuove speranze per il futuro percorre tutta l’Europa, tra vinti e vincitori.

Era l’ultima guerra, dopo tante altre che avevano, con un macabro ripetersi, insanguinato e contrapposto i popoli europei.

L’esperienza insostenibile della violenza di quella guerra faceva tuttavia correre il rischio che odi o risentimenti carsici continuassero a serpeggiare nel futuro delle relazioni fra gli Stati europei. Ma i traumi subiti hanno invece saputo generare e stimolare, per la prima volta, idee per una pace solida e duratura.

È infatti il 9 maggio 1950 quando il Ministro degli Esteri francese, Robert Schuman, tendendo la mano agli avversari della guerra da poco finita, in una famosa dichiarazione propone alla Germania e ai Paesi che lo desiderano, di creare una comunità di interessi pacifici. Si avvia così il più grande progetto storico del XX secolo, il processo di integrazione europea.

La dichiarazione di Schuman inizia con queste parole: «La pace mondiale non potrà essere salvaguardata se non con sforzi creativi, proporzionali ai pericoli che la minacciano. Il contributo che un’Europa organizzata e vitale può apportare alla civiltà è indispensabile per il mantenimento di relazioni pacifiche. La Francia, facendosi da oltre vent’anni antesignana di un’Europa unita, ha sempre avuto per obiettivo essenziale di servire la pace. L’Europa non è stata fatta: abbiamo avuto la guerra. L’Europa non potrà farsi in una sola volta, né sarà costruita tutta insieme; essa sorgerà da realizzazioni concrete che creino anzitutto una solidarietà di fatto (…) ».

Una dichiarazione, celebrata ogni annO come Festa dell’Europa, che non ha mai perso attualità, soprattutto in questi ultimi anni di crisi e di tenuta del progetto europeo. Le recenti elezioni presidenziali in Francia aprono tuttavia, in questo contesto, nuove speranze per l’Europa intera.

Ma ci sono altri 9 Maggio che non dovremmo dimenticare : è il 9 maggio 1978 quando si consuma l’ultimo atto della tragedia di Aldo Moro, rapito e poi ucciso dopo 55 giorni di detenzione dalle Brigate Rosse. Una delle pagine più drammatiche della nostra storia e del terrorismo che ha insanguinato il nostro Paese per anni. Una data che oggi viene celebrata come «Giorno della memoria, per ricordare tutte le vittime del terrorismo, interno e internazionale». Con la speranza che tempi cosi’ bui non tornino più ad affacciarsi all’orizzonte.

Ma in quello stesso giorno, 9 maggio 1978, cadeva un’altra vittima, una vittima della mafia, Peppino Impastato. Aveva 30 anni quando l’hanno ucciso, una vita breve, tutta dedicata, senza paura, a lottare contro la mafia stessa. E come Peppino, tante, troppe, sono le vittime della mafia che vorremmo ricordare, oggi, 9 maggio.

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