75 milioni i giovani disoccupati nel 2012

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L’Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO) ha pubblicato il 22 maggio il rapporto 2012 sulle tendenze mondiali dell’occupazione giovanile da cui si ricava uno scenario preoccupante.

Il tasso globale della disoccupazione giovanile rimane nel 2012 al suo massimo livello dall’inizio della crisi e non ci si aspetta una diminuzione almeno fino al 2016: si registrano dunque quattro milioni di giovani disoccupati in più dal 2007 per un totale a livello globale di 75 milioni di giovani disoccupati tra i 15 e i 24 anni nel 2012.

Secondo le previsioni contenute nel report, il 12,7% per cento della manodopera globale giovanile rimarrà disoccupata per tutto quest’anno, dato leggermente superiore a quello dell’anno passato che si attestava al 12,6% ma
rimasto invariato rispetto al picco massimo della crisi raggiunto nel 2009. Se a questa percentuale si sommassero anche i giovani che abbandonano o posticipano la ricerca di un posto di lavoro, il tasso di disoccupazione giovanile raggiungerebbe il 13,6 per cento nel 2011.
Il Direttore esecutivo dell’ILO, José Manuel Salazar-Xirinachs ha dichiarato che “La crisi della disoccupazione giovanile può essere sconfitta ma solo se la creazione di posti di lavoro per i giovani diventerà una priorità fondamentale nelle strategie e se si aumenteranno in maniera significativa gli investimenti del settore privato. Questo significa adottare misure di alleggerimento fiscale e altri incentivi per le imprese che assumono giovani; sforzi per ridurre la mancanza di competenze tra i giovani; programmi per favorire l’auto-imprenditorialità che integrino la formazione professionale; orientamento e accesso ai capitali; estensione della protezione sociale per i giovani”.
Il rapporto rivela come in tutte le aree geografiche (vedi statistiche disoccupazione giovanile e proiezioni per regione) la disoccupazione giovanile sia un problema, nonostante vi siano delle differenze poiché alcune regioni hanno mostrato segnali di ripresa dalla crisi economica, o quantomeno sono riuscite a contenerne gli effetti.
Nella Comunità degli Stati Indipendenti e nella regione dell’Europa centrale e sud-orientale, il tasso di disoccupazione giovanile è leggermente sceso al 17,6% nel 2011. In Nord Africa, il tasso di disoccupazione giovanile è salito di 5 punti percentuali a seguito della primavera araba, lasciando senza un lavoro il 27,9% dei giovani nel 2011. In Medio Oriente questo tasso raggiunge il 26,5%. Nell’ America Latina e nei Caraibi, il tasso è arrivato al 14,3% nel 2011 mentre nell’ Africa sub-Sahariana, il tasso è stato relativamente stabile dal 2005, intorno all’11,5%. Nel sud-est asiatico e nel Pacifico si registra un calo dello 0,7%, rispetto al 2008, dei giovani disoccupati che attualmente sono il 13,5%. Anche nell’Asia dell’Est, forse la regione più dinamica dal punto di vista economico, il tasso di disoccupazione era 2,8 volte più elevato per i giovani rispetto agli adulti.

Dal rapporto emerge inoltre che globalmente e nella maggior parte delle regioni, la crisi ha colpito più duramente le giovani donne rispetto ai coetanei maschi; molti giovani sono confinati in lavori temporanei, di bassa produttività o altri tipi di lavori che non promettono opportunità migliori. Nelle economie sviluppate, i posti di lavoro temporanei o a tempo parziale sono sempre più occupati da giovani mentre nei paesi in via di sviluppo sono molti quelli che svolgono lavori non remunerati in aziende o imprese familiari informali.

Motivo di grande preoccupazione sono poi  tutti quei  giovani che non hanno un’occupazione e che non studiano,  almeno il 10% nelle economie sviluppate.

In corso a Ginevra, dal 23 al 25 maggio, il Forum globale sull’occupazione giovanile, al quale parteciperanno circa 100 giovani attivi nella promozione del lavoro dignitoso dei giovani. Il tema della disoccupazione giovanile sarà anche all’ordine del giorno della prossima Conferenza Internazionale del Lavoro dell’ILO di giugno.

 

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