18 aprile 2015: “Giornata di azione globale contro i trattati di libero scambio”

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Sabato 18 aprile cittadini e movimenti della società civile di oltre 200 organizzazioni in Europa e in Italia scenderanno nelle piazze di oltre 300 città in tutto il mondo, per chiedere di fermare i trattati di libero scambio con uno slogan comune: “Le persone e il pianeta prima dei profitti”. Il più importante per lo scacchiere geopolitico globale è il TTIP (Transatlantic Trade and Investment Partnership), che gli Stati Uniti stanno discutendo in sostanziale segreto con l’Unione Europea.

Tale accordo prevede l’abbattimento di tutte le normative e i regolamenti a protezione di beni comuni e servizi pubblici, che le grandi compagnie multinazionali, che spingono per la chiusura dell’accordo, ambiscono a monetizzare. In cambio di un abbassamento degli standard qualitativi, nonostante le promesse dei promotori, gli studi più ottimistici prevedono un aumento del PIL europeo appena dello 0.5%, a partire dal 2027. Quelli meno ottimistici, una perdita di posti di lavoro in UE di minimo 600 mila unità. Le stime non tengono conto dell’aleatorietà delle ipotesi: recenti studi della CGIL hanno mostrato scostamenti tra l’ipotizzato e il reale di più del 14%.

L’approvazione del TTIP costituirebbe il punto di svolta di un cambio di sistema economico che presenta forti rischi per la sostenibilità sociale e ambientale, già in pericolosa deriva. L’Italia vedrebbe travolti i suoi settori fondamentali: agricolo, industriale, dei servizi pubblici. Il trattato transatlantico non rappresenta un volano per le piccole imprese, ma è la più grave minaccia di finire rapidamente fuori mercato. Per questo, le oltre 200 organizzazioni nazionali che hanno aderito alla Campagna Stop TTIP Italia parteciperanno alla giornata di azione globale con circa 30 iniziative in tutto il Paese. Vi saranno manifestazioni e flash mob nelle grandi città, da Roma a Milano, da Torino a Napoli, fino a Firenze e in tanti centri minori.

Il grande movimento di associazioni che si è unito a livello comunitario è unito e deciso nel chiedere maggiore trasparenza alla Commissione Europea nel processo negoziale e nel denunciare i rischi di un abbattimento dei regolamenti che si tradurrebbe in un degrado dei livelli di salute dell’ecosistema, assistenza sanitaria, accesso all’istruzione e al mondo del lavoro. Oltre un milione e 700 mila cittadini europei hanno sottoscritto la petizione per chiedere alla Commissione l’immediato arresto delle trattative sul TTIP: una raccolta di firme che prosegue intercettando il crescente consenso dell’opinione pubblica sul tema, con l’intento di tagliare il traguardo dei 2 milioni ad ottobre.

L’intenzione degli USA e dell’UE è di convergere entro la fine dell’anno a formulare una bozza di accordo, ma la forza dell’opposizione sociale e la richiesta di maggiore trasparenza sta rallentando le decisioni. Una parte del Parlamento Europeo si è detta contraria a un’armonizzazione delle normative con quelle degli Stati Uniti, perché i rischi sono troppo alti e il processo irreversibile. Il TTIP può essere fermato, e la giornata del 18 aprile è un’altra decisiva tappa del percorso.

Stop TTIP

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