Mercato del lavoro europeo e molteplici mobilità  

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Si è svolta l’11 e il 12 settembre scorso a Parigi la Conferenza sulla mobilità   dei lavoratori in Europa.
L’evento si pone in una linea di continuità   con la Conferenza sulla flessicurezza organizzata a Lisbona nel settembre 2007 e rappresenta la prima tappa di un ciclo che la presidenza francese dedica alle questioni sociali.
Nel corso di un nutrito programma di lavoro, alla presenza di oltre duecento partecipanti provenienti da diversi ambiti professionali (istituzioni nazionali e comunitarie, partner sociali, aziende, ricercatori), si è parlato di dimensioni, obiettivi e ostacoli della mobilità   dei lavoratori (sia in senso geografico sia in senso professionale) di accesso all’informazione e all’intermediazione, di mantenimento delle garanzie e dei diritti nella fasi di transizione professionale e dei margini di progresso della mobilità  , ancora una volta intesa in senso ampio.
La libera circolazione dei lavoratori è, come ha ricordato nel suo discorso di apertura dei lavori il commissario per l’Occupazione e gli Affari sociali Vladimir Spidla «pilastro dell’UE, libertà   fondamentale di ogni cittadino ed elemento positivo di strutturazione di un mercato del lavoro europeo».
Nel discorso con il quale si sono aperti i lavori, Spidla ha fatto il punto sulle diverse sfide che gli Stati membri devono affrontare relativamente al mercato del lavoro: concorrenza mondiale, rapido sviluppo delle Tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione (TIC) e invecchiamento demografico. La risposta a tutte queste sfide è, ha detto il commissario, nella mobilità   geografica oltre che nella flessicurezza di cui la mobilità   è – o meglio le mobilità   sono – parte integrante.
Centrale dunque, tanto nel discorso di Spidla quanto in tutti i lavori della conferenza il legame tra flessicurezza e mobilità  , termine che, quando si parla di mercato del lavoro europeo è parola da intendersi utilizzata al plurale. Esiste, infatti, una mobilità   tra ruoli (nello stesso ambito professionale), ma esistono anche mobilità   tra ambiti professionali, tra qualifiche, tra status sul mercato del lavoro e tra forme contrattuali; tutte queste mobilità   possono combinarsi tra loro e con la mobilità   geografica
La Conferenza di Parigi ha rappresentato un’occasione di presentazione dei molti studi (quasi tutti di matrice istituzionale) che dimostrano come la mobilità  , se volontaria, sia un vantaggio per tutti in quanto consente una migliore allocazione delle risorse, una diffusione del Know How e, per i lavoratori, un reale guadagno in termini materiali e simbolici.
A partire da questi dati è venuto agli Stati membri un invito a proseguire ed accelerare il percorso che dovrà   rendere fatto compiuto la libera circolazione dei lavoratori nell’UE con la rimozione, entro la data limite del 2012 di tutte le deroghe previste dai Trattati di adesione stipulati con gli Stati entrati nell’UE tra il 2004 e il 2007.
Non sono perಠstati nascosti i rischi e i timori rispetto a quella mobilità   che non è volontaria e che rischia di tradursi in un deterioramento delle garanzie e dei diritti. Una delle tavole rotonde previste dal programma aveva per titolo: «la garanzia del mantenimento dei diritti nelle fasi di transizione». àˆ stato sottolineato qui come sia fondamentale trovare il punto di equilibrio tra protezione e mobilità   puntando sul primo dei due termini di questo binomio e non sul secondo; garantire il lavoro oggi vuol dire garantire i percorsi e le transizioni attraverso politiche attive del mercato del lavoro che ne riducano la frammentazione, attraverso interventi di promozione della formazione permanente e attraverso la creazione di un clima di fiducia che incoraggi il dialogo tra poteri pubblici e parti sociali in una prospettiva di adattamento al cambiamento.
Centrale per il raggiungimento di questo obbiettivo è il ruolo dei servizi pubblici per l’occupazione che, a livello nazionale e comunitario, lavorano sulle politiche attive del mercato del lavoro e che vanno potenziati, modernizzati e valorizzati.
Anche questi servizi stanno partecipando alla riflessione europea sulla flessicurezza (che da mesi vede un confronto, talvolta acceso, tra istituzioni e parti sociali) e presenteranno pubblicamente i loro contributi a Nizza il 9 e 10 dicembre prossimo.

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