Un’analisi dello stato di diritto nell’UE: emergono le prime preoccupazioni in alcuni Stati membri

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Lo scorso 20 luglio, la Commissione europea ha reso pubblico il suo secondo rapporto sullo stato di diritto nell’Unione. Questa relazione comprende, da un lato, una comunicazione, che riassume la situazione complessiva nell’Ue e, dall’altro, dei capitoli per Paese, su ciascun Stato membro.
Tale documento considera, inoltre, i nuovi eventi, che hanno interessato l’Unione Europea, a partire dallo scorso settembre. In particolare, la pandemia da Covid – 19 ha avuto un forte impatto anche sulla dimensione dello stato di diritto, su scala europea.
In generale, dalla relazione 2021 emerge che, pur in un contesto, caratterizzato dalla permanenza e da una buona resilienza dello stato di diritto, iniziano a manifestarsi le prime crepe e le prime preoccupazioni sulla salute di questa dimensione, così importante nella vita degli Stati membri. 

Le principali questioni da affrontare riguardano l’indipendenza della magistratura e la libertà dei media, che sono ritornate ad essere fortemente minacciate, in alcuni Paesi europei.

L’indagine del 2021 si basa su un’analisi di quattro dimensioni – chiave, considerate   costitutive dello stato di diritto: 1. i sistemi giudiziari; 2. i quadri anticorruzione; 3. il pluralismo e le libertà dei media; 4. altre questioni istituzionali, connesse al bilanciamento dei poteri.
Considerando queste quattro diverse angolature, è stato evidenziato:

  1. che quasi tutti gli Stati membri stanno avviando riforme riguardanti i rispettivi sistemi giudiziari, anche se con differenze in termini di portata, forma e progressi. La pandemia da Covid – 19 ha dato un nuovo significato alla necessità di modernizzare i sistemi giudiziari. 
  2. Inoltre, dal punto di vista della lotta anti – corruzione, l’UE continua a registrare le migliori performances a livello mondiale: dieci Paesi risultano essere tra i meno corrotti al mondo. Restano, tuttavia, delle preoccupazioni, da un lato, sull’adeguatezza delle risorse, destinante alla lotta contro i fenomeni corruttivi e, dall’altro, sull’efficacia delle indagini, delle azioni penali e dell’accertamento dei casi di corruzione di alto livello. La pandemia ha causato un rallentamento sia nelle riforme, sia nelle decisioni, concernenti i casi di corruzione.
  3. Un tasto dolente è rappresentato dal generale deterioramento della situazione dei giornalisti e, in particolare, della loro sicurezza, all’interno dell’UE. In particolare, è emersa una forte pressione politica sia sulle autorità di regolamentazione dei media, sia sui media stessi, in alcuni Stati membri. Gravi sono, inoltre, le problematiche economiche, che, dallo scoppio della pandemia, hanno colpito il settore.
  4. Un punto significativo è costituito dall’avvio di diverse riforme costituzionali in alcuni Stati membri, al fine di irrobustire il sistema di bilanciamento dei poteri. Riassumendo, si può affermare che i sistemi nazionali di bilanciamento già presenti hanno svolto un ruolo cruciale nel corso della pandemia, mentre si sono registrati alcuni problemi, relativamente al regolare svolgimento dei processi legislativi negli Stati membri, al rispetto del primato del diritto europeo e all’osservanza del principio di uguaglianza tra Stati membri. 

Infine, l’adozione della relazione sullo stato di diritto 2021 segna l’inizio di un nuovo ciclo di dialogo e di monitoraggio. Le istituzioni europee, come Parlamento e Consiglio, continueranno le discussioni su tali argomenti, mentre i Paesi membri dovranno affrontare e cercare di risolvere le principali problematiche, emerse nel presente rapporto.

Per maggiori informazioni: il comunicato della Commissione europea

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