Ad un mese esatto dalla seconda consultazione referendaria con la quale i cittadini irlandesi dovranno esprimersi sul Trattato di Lisbona, il quotidiano Irish Time ha pubblicato un sondaggio che rivela che i sostenitori del sì arriverebbero soltanto al 46% con un calo dell’8% rispetto ad un sondaggio del maggio 2009; i sostenitori del no sarebbero in aumento di un 1% e gli indecisi del 7%.
Il trend ricorda quello registrato in occasione del referendum del giugno 2008 con una trasmigrazione dei sostenitori del Trattato nel gruppo degli indecisi. La consultazione rischia dunque nuovamente di trasformarsi in un voto pro o contro il governo di Brian Cowen che ha raggiunto, secondo un altro sondaggio pubblicato dallo stesso quotidiano il minimo storico nei consensi.
Il primo ministro in carica sta comunque intensificando i propri sforzi e sta cercando un accordo cone le forze di opposizione per la vittoria del sì, sostenendo pubblicamente che «il referendum non riguarda il futuro di un governo, di un partito o di alcune personalità ma il futuro nella nazione»
Sui dati di sfiducia ed euroscetticismo pesano, indubbiamente la gravità della crisi economica e il diffuso dissenso nei confronti delle proposte del governo per fronteggiarla. Da Bruxelles, intanto l’UE rinnova gli appelli a terminare il processo di ratifica al più presto oltre che in Irlanda anche in Polonia, Germania e Repubblica Ceca.